Niente taglio dell’Iva sul carrello della spesa. L’idea era spuntata nelle scorse settimane in vista del decreto anti inflazione. La proposta, rilanciata dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ha però trovato un muro nel Ministero dell’Economia, secondo cui sarebbe un sostegno per tutti, non selettivo. Il piano prevedeva l’azzeramento dell’Iva sui prodotti di largo consumo, da alimentari e farmaci a trasporti e libri, così da alleggerire il peso dell’inflazione sui redditi più bassi.
C’era stata pure l’apertura dell’Europa, visto che ad aprire una direttiva sulle aliquote Iva ha concesso ai Paesi membri dell’Unione europea la facoltà di modificare l’imposta sul valore aggiunto applicata ad alcuni prodotti, arrivando anche ad azzerarla attraverso l’esenzione con diritto a detrazione. La lista dei prodotti per i quali si pensava al taglio dell’Iva era la stessa della direttiva: in primis gli alimentari, ma anche erogazione dell’acqua, farmaci, apparecchi medici, servizi di trasporto, libri e giornali.
TAGLIO IVA SU SPESA, IL MURO DEL MEF
Secondo il ministro Renato Brunetta, il taglio dell’Iva poteva essere “coperto” con l’extragettito accumulato in questi mesi di super inflazione proprio con l’Iva. L’idea era di seguire il meccanismo già usato dal governo per tagliare le accise sui carburanti, visto che gli incassi Iva, secondo i dati del Mef, erano aumentati di circa 10 miliardi di euro tra gennaio e maggio. Per il Mef però c’è un problema di metodo.
Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, sia il ministro Franco sia il premier Draghi hanno più volte ribadito di volere adottare aiuti selettivi, non rivolti a tutti, ma alle fasce più deboli della popolazione. Invece l’azzeramento dell’Iva sui beni di largo consumo equivarrebbe a premiare tutta la popolazione, anche quella con redditi alti. Per questo motivo la proposta di Renato Brunetta è rimasta solo un’ipotesi. Infatti, non rientra nel Dl Aiuti Bis approvato oggi dal Cdm e del quale hanno parlato proprio Franco e Draghi in conferenza stampa. Una decisione destinata comunque a far discutere.