LA MISSIONE DEGLI 007 ITALIANI IN NIGER DOVEVA RIMANERE SEGRETA: COSA È SUCCESSO

Sarebbe dovuta rimanere segreta la recente missione del direttore generale dell’AISE Giovanni Caravelli in Niger, presso il generale leader dei golpisti Abdourahamane Tchiani: invece il Comitato Officiale del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Pace (CNSP) ha rilanciato appena due giorni fa sui canali social ufficiali foto e annuncio del vertice tenuto dal direttore dei servizi segreti italiani, chiamato “Ministro Consigliere del Presidente del Governo Italiano Giorgia Meloni”. Lo ha spiegato ieri su “La Stampa” il collega Andrea Palladino, sottolineando come gli 007 dai militari golpisti sono la risposta europea di continuo dialogo con il Governo locale dopo il golpe della scorsa estate.



Secondo quanto ha riportato poi una fonte dell’intelligence italiana sempre al quotidiano di proprietà GEDI, la missione era per l’appunto riservata e non vi sarebbe stato inviato alcun messaggio da parte della Premier Meloni. Niamey però sottolinea come non da oggi l’Italia sia l’unica nazione ad aver mantenuto la cooperazione con il Governo golpista di Tchiani, specialmente dopo la “cacciata” di Francia e Usa dal Niger. Le guerre nel Sahel, la complessa situazione dei migranti verso la Libia e il futuro delle alleanze geopolitiche in Africacon la Russia e la Cina che spingono per cacciare sempre più l’Occidente dal Continente Nero – sarebbero stati al centro dei colloqui, secondo “La Stampa”, tra il direttore generale AISE e Tchiani dello scorso 28 marzo, così come il vertice di metà marzo sempre a Niamey con il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia e il Comandante del vertice interforze, generale Francesco Paolo Figliuolo.



«Il sig. Giovani Caravelli, direttore generale dell’AISE, è stato portatore di un messaggio di solidarietà da parte del Presidente del Governo italiano Giorgia Meloni, confermando così la sua volontà di rafforzare la cooperazione tra le nostre due nazioni», scrive il CNSP sul post Facebook, sottolineando come l’Italia ad oggi «rimane l’unico Paese europeo che ha mantenuto ininterrotta collaborazione con il Niger, anche dopo i fatti (il golpe con la deposizione del Presidente eletto Bazoum, ndr) del 26 luglio 2023». Tchiani ha poi elogiato la «professionalità e l’esemplarità dei formatori italiani durante le loro missioni presso le Forze Armate Nigerine», e infine ribadisce come Roma si sia impegnata a sostenere il Niger «in termini di materiale e capacità per affrontare meglio le sfide della sicurezza».



IL RUOLO DEL GOVERNO MELONI E LA MISSIONE PER CONTO UE (E USA?)

Dopo l’addestramento in realtà ufficialmente la missione italiana in Niger si era conclusa, sebbene il contingente non si era ritirato completamente su richiesta Usa per poter mantenere comunque un minimo legame con l’Occidente dopo l’addio francese dal Niger (cacciati dai golpisti). Secondo quanto scrive ancora oggi “La Stampa”, in realtà dietro la missione di Caravelli dell’AISE vi sarebbe stato un mandato europeo (con il via libera americano) per poter contrastare l’egemonia di Putin in quella parte di Africa.

Secondo il retroscena rivelato da Palladino, a febbraio a Bruxelles discutendo dell’allarme Niger dopo il golpe si è messa in evidenza la mancanza di forza del’Occidente nel poter contrastare l’avanzare russo e cinese in Africa: Macron spingeva per un intervento militare per ripristinare il Governo precedente, mentre l’Italia con i Ministri Tajani e Crosetto avrebbe escluso categoricamente la possibilità. L’Ue tentenna per mesi finché appunto a febbraio decide di intervenire con la missione degli 007: il motivo pare riguardi l’eccessivo avvicinamento del Niger verso Mali e Burkina Faso, due Paesi ad oggi “controllati” dalla forte influenza di Mosca. Italia chiede di abbandonare il disimpegno, la Francia è contraria ma Germania, Spagna e Belgio sposano la linea diplomatica del Governo Meloni: «bisogna trovare un dialogo», avrebbe detto Tajani al Rappresentante della Politica Estera Ue Borrell (riporta ancora “La Stampa”), «non bisogna lasciare un vuoto che potrebbe essere riempito da altri concorrenti». L’idea di un Sahel senza più la Ue significa lasciare pieno spazio a Cina e Russia, e così sarebbe nata l’idea della missione “segreta” di Caravelli dopo e Figliuolo prima. Per ora si sarebbe ottenuto il diniego del Niger alla presenza di militari russi nel Paese: il dialogo continua anche se tanto l’Ue quanto l’Italia avrebbero preferito certamente che la missione diplomatica fosse rimasta “sotto silenzio” senza i lanci via social del Governo golpista.