L’ALLARME SULLA GUERRA IN NIGER: PARLA L’ARCIVESCOVO DI NIAMEY, “RISCHIAMO LA DISTRUZIONE”

«Se scoppia la guerra, il Niger sarà distrutto»: mentre le interlocuzioni internazionali proseguono tra Paesi dell’Africa occidentale (Ecowas), Onu e golpisti al soldo del generale Tchiani – da ultimo si segnala la proposta di soluzione politica dall’Algeri – la Chiesa nigerina rilancia l’allarme globale per il rischio di guerra nel Paese del Sahel. Intervistato dal quotidiano francese “La Croix” l’arcivescovo di Niamey, monsignor Laurent Lompo, esprime tutta la sua perplessità per il rischio di conflitto nel suo Niger.



«Se scoppia la guerra, il Niger sarà distrutto. I proiettili non risparmieranno la popolazione, che sarà la più colpita. Sappiamo quando una guerra inizia, ma mai quando finisce. Guardate la Libia. Questa guerra distruggerà la coesione sociale e il Niger diventerà ingestibile, chiunque lo governi», avverte capo della Diocesi della capitale nigerina. Dopo il golpe dello scorso 26 luglio che ha portato alla deposizione del Presidente eletto Bazoum, i militari della giunta Tchiani – che nel frattempo hanno già nominato un nuovo Governo – puntano a mantenere il potere mentre l’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale) minaccia ritorsioni anche militari oltre a sanzioni già scattate contro Niamey. L’arcivescovo Lompo contesta quest’ultime spiegando che gli unici a pagarne il conto sono le persone del Niger: «in un momento in cui ci sono già più di 600.000 sfollati e rifugiati nel Paese a causa delle violenze, 900 scuole chiuse, persone che non hanno cibo, acqua e accesso all’assistenza sanitaria. La chiusura delle frontiere è drammatica I prezzi dei generi alimentari sono in aumento e le medicine si stanno esaurendo nelle farmacie e nei nostri dispensari, soprattutto perché siamo nel bel mezzo della stagione della malaria a causa delle piogge».



MONS. LOMPO: “ECOWAS NON CI HA CONSULTATI. LA CHIESA È APERTA A TROVARE SOLUZIONE DI PACE”

Secondo l’arcivescovo di Niamey, le sanzioni imposte dall’Ecowas e di una parte della comunità internazionale hanno portato alcuni in Niger a mettere in dubbio la sincerità dei partner internazionali al Paese nel Sahel: «Chiunque ti abbandoni quando sospiri è visto come un nemico», rileva ancora Mons. Lompo confermando l’appello fatto dalle Conferenze Episcopali Unite dell’Africa Occidentale ad inizio agosto. «È in gioco il futuro del nostro Paese e della regione. Il ruolo della Chiesa non è quello di dire se questo colpo di Stato è giusto o sbagliato, e tanto meno di sostenere una parte. Ma di difendere gli interessi del popolo. Il nostro ruolo è quello di vegliare e accompagnare il popolo», commenta il vescovo a “La Croix”.



Nei prossimi giorni la medesima unione delle Chiese africane preparerà un nuovo appello internazionale per vegliare sulla pace in Sahel: Mons. Lompo racconta che in un recente vertice a Niamey (dove ha partecipato il suo vicario generale), la giunta golpista (CNSP) ha incontrato i leader religiosi del Niger spiegando «avrebbe fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza della popolazione e che era pronto a chiamarci se necessario». Resta però molto difficile l’uscita da una spirale di crisi e violenza che presto potrebbe scatenarsi in una guerra: «Dobbiamo essere coinvolti a tutti i livelli per evitare una guerra perché poi sarà troppo tardi. La pace non può essere raggiunta con la forza. Deve essere raggiunta attraverso il dialogo, con gli attori che si siedono intorno a un tavolo e si parlano con franchezza. Le discussioni sono difficili, ma non impossibili». Chiosa finale con una decisa critica all’Ecowas per l’arcivescovo di Niamey: «Ogni parte deve ascoltare l’altra e rinunciare a ciò che può. Anche la comunità internazionale deve mettere acqua nel suo vino e mostrare flessibilità, in modo che la popolazione non soffra ulteriormente. Purtroppo l’Ecowas non ha consultato noi leader religiosi».