Il Niger lo scorso 26 luglio è caduto sotto i colpi di un golpe che ha deposto il presidente eletto Mohamed Bazoum a favore del generale Abdourahamane Tchiani. Centrale, nel nuovo governo golpista, è il premier Ali Mahaman Lamine Zeine che per la prima volta ha rilasciato un’intervista ad un media occidentale, ovvero la nostra Repubblica, esponendo il futuro del paese, tra terrorismo, migranti e rapporti con Europa e Russia.
Prima di parlare del futuro, però, il premier ci tiene a sottolineare che prima del golpe il Niger era ridotto, a causa “delle politiche di Bazoum”, ad “una situazione difficile: divieto di ogni manifestazione pubblica, assenza di libertà di opinione, massiccia appropriazione indebita di fondi pubblici, impunità diffusa per il regime”. Il golpe, dunque, è un modo per “affrontare seriamente la cattiva governance economica e sociale”. In quest’ottica si iscrive la criticata uscita del Niger dall’Ecowas, che secondo il premier ha imposto “sanzioni [che] non hanno precedenti: misure punitive che vanno dalla chiusura delle frontiere, all’interruzione della fornitura di energia elettrica, all’embargo sui prodotti alimentari e farmaceutici, al sequestro dei beni finanziari”. Inoltre, l’Ecowas si sarebbe spinta fino alla minaccia di “un intervento militare“.
Il premier del Niger: “Su migranti e Russia decidiamo noi”
La situazione in Niger, ma secondo il premier anche in Mali e Burkina Faso, è migliorata rapidamente da quando “hanno deciso di riprendere in mano il proprio destino“. La critica di Lamine Zeine va, soprattutto, in direzione della Francia, che “non ha riconosciuto come autorità legittima” il governo del Cnsp, perché “voleva, come al solito, governare gli affari interni e abbiamo detto basta”, mentre l’esercito francese “aveva deciso di non collaborare più con noi nella lotta al terrorismo” e, pertanto, “nulla giustificava più la [loro] presenza nel nostro Paese”.
Il premier del Niger, poi, ha dedicato anche alcune parole sia all’ingerenza della Russia in Sahel, che alla criticata (almeno in Europa) abrogazione della legge del 26 2015 relativa al traffico illegale di migranti. Sul primo tema, visto con grande preoccupazione in Europa, ci tiene a precisare che “non spetta ad altri dirci con chi dovremmo o non dovremmo stare. I paesi cooperano liberamente fra loro, secondo i loro interessi”, sottolineando che “anche l’Europa ha rapporti con la Russia”. La legge contro il traffico di migranti, invece, spiega il premier del Niger, ha trasformato il paese “in una sorta di ‘hub’ per i migranti ed è stata criminalizzata qualsiasi attività di trasporto passeggeri che non coinvolgesse i migranti”. Inoltre, “molti giovani nigerini che si guadagnavano da vivere con questa attività di trasporto si sono ritrovati da un giorno all’altro ad essere considerati dei criminali“, peraltro in posto, come il Sahel, dove “la libertà di movimento è sacra”.