SCADUTO ULTIMATUM DEI LEADER AFRICANI CONTRO IL NIGER: GOLPISTI CHIUDONO LO SPAZIO AEREO

È scaduto questa notte quando era l’1 in Italia l’ultimatum di una settimana spiccato dall’Ecowas – i leader dell’Africa Occidentale – ai golpisti che hanno deposto il governo in Niger: era richiesta l’immediata scarcerazione del presidente filo-occidentale deposto, Mohamed Bazoum, altrimenti sarebbero potuti intervenire militarmente per ripristinare il Governo dopo il colpo di stato dei militari guidati dal generale Tchiani.



Non è bastato l’appello lanciato dallo stesso Bazoum negli scorsi giorni, così come i tentativi di mediazione dell’ONU e dell’Unione Europea: ancora una volta come negli scorsi giorni, migliaia di sostenitori della giunta militare che hanno preso il potere, si sono radunati ieri in uno stadio di Niamey, la capitale del Niger. Nel frattempo i golpisti hanno ordinato la chiusura dello spazio aereo manifestando l’intento di difendersi da ogni eventuale aggressione. Dalle scorte di cibo fatte dalla popolazione fino alla fuga di quasi tutti i cittadini europei e occidentali dalla capitale (ieri sono rientrati altri 65 militari italiani, ha fatto sapere il Ministro della Difesa Guido Crosetto), i timori che esplodi una nuova guerra fratricida nel Sahel sono purtroppo fondati.



VENTI DI GUERRA IN NIGER? ECOWAS “NON SIAMO PRONTI AD INTERVENIRE”

Tanto il Niger quanto la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) vorrebbero però scongiurare quella che potrebbe assomigliare ad una “nuova guerra in Ucraina”, con scontri sanguinosi sul campo e lo scacchiere geopolitico “congelato” tra una giunta filo-Russia e la Nato a sostegno del Governo Bazoum. Stamane però, a ultimatum ultra-scaduto, è l’Ecowas a lanciare un minimo segnale di tregua: «Dobbiamo rafforzare le nostre forze prima di partecipare a una simile operazione militare. Il successo di qualsiasi operazione militare dipende da una buona preparazione», ha spiegato un alto ufficiale dell’Ecowas parlando con il Wall Street Journal.



Di contro, il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), di fatto l’organo direttivo della giunta militare golpista, ha fatto sapere che «Lo spazio aereo del Niger è chiuso fino a nuovo avviso» e anche l’avviso di aver stanziato un «pre-schieramento per la preparazione dell’intervento in due paesi dell’Africa centrale». L’Africa è in subbuglio, Burkina Faso e Mali hanno già fatto sapere di sostenere le rivendicazioni dei golpisti in Niger, trovando l’immediata rottura dei rapporti diplomatici con la Francia di Macron, visti come i veri nemici di una parte del Sahel in questo momento. Capire cosa succederà adesso è molto complesso, specie perché l’Ecowas per intervenire in guerra ha bisogno di almeno due terzi dei Paesi membri concordi: in particolare la Nigeria, lo stato africano più potente dell’area, ha visto negli scorsi giorni il Senato chiedere ufficialmente al Presidente Bola Tinubu di non intervenire militarmente in Niger valutando invece tutte le altre opzioni di “soluzione” della crisi nigerina. Con la Nigeria anche Algeria e Ciad sono piuttosto scettici sullo scatenare ora una guerra nel Sahel.