Israele avrebbe provato a manipolare le elezioni in Nigeria
Recentemente sulle pagine del Guardian è stata pubblicata un’inchiesta che parla di presunti tentativi di influenza nelle elezioni politiche in Nigeria del 2015 da parte di un gruppo di “intelligence” politica di Israele. In questa particolare storia, inoltre, c’entrerebbe anche la nota Cambridge Analytica, società di consulenza britannica, già al centro di un importante scandalo sulla natura illegale di alcune raccolte di dati fatte tramite i social network.
Tornando in Nigeria, però, lo scandalo non è certamente una novità, ed i primi a parlarne furono lo stesso Guardian, assieme anche all’Observer, nel 2018. In quell’occasione, però, si supponeva solo che un presunto “appaltatore israeliano” avesse fornito informazioni rubate, riservate e sensibili, alla Cambridge Analytica, impegnata nella campagna elettorale nigeriana al fianco di Goodluck Jonathan, ex presidente che correva per la rielezione contro Muhammadu Buhari, sulla campagna del suo avversario. Da quelle prime indiscrezioni nacque una vera e propria interrogazione parlamentare in Gran Bretagna, mentre ora si torna a parlare dello scandalo delle elezioni in Nigeria perché sarebbe stato reso noto il nome di quell’appaltatore, confermando, insomma, l’esistenza di un tentativo di manipolazione.
L’esito (fallimentare) della manipolazione delle elezioni in Nigeria
L’appaltatore israeliano che avrebbe tentato di modificare le sorti delle elezioni del 2015 in Nigeria è stato identificato con lo pseudonimo di Team Jorge, secondo la firma utilizzata nelle comunicazioni. Sarebbero trapelate parecchie mail scambiate da Jorge con la società di consulenza britannica, per pattuire un incontro: “Chi posso incontrare“, chiedeva in una mail, “vorremmo sottoporvi un paio di cose che potremmo mettere in atto se le stelle si allineassero“, chiedendo poi ulteriori informazioni sui contatti.
L’obiettivo nelle elezioni in Nigeria era chiaro, far rieleggere a tutti i costi l’ex presidente Jonathan, a discapito dell’avversario Buhari. Un piano messo in atto con ogni mossa possibile, senza problemi neppure a sfociare nell’illegalità. Il Guardian, venuto in contatto con “Jorge”, che in realtà si chiama Tal Hanan, fingendosi cliente parla di un pacchetto di servizi. Questi vanno dall’interruzione delle comunicazioni tramite telefono, fino anche all’infiltrazione di uomini nelle campagne elettorali altrui, circostanza questa utilizzata anche per le elezioni in Nigeria. Tra scandali e tentativi di manipolare l’opinione pubblica, però, il team di 007 politici di Israele non sarebbe, di contro, riuscito nel suo intento, e alle elezioni si è comunque affermato Buhari.