Una ragazzina kamikaze si fa esplodere in Nigeria uccidendo tre persone. L’attentato è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nel villaggio di Konduga, a 38 chilometri da Maiduguri, capoluogo dello stato del Borno, ed è stato denunciato da fonti della sicurezza e umanitarie. La giovane kamikaze, di appena 17 anni, ha attivato la cintura e si è fatta esplodere fuori dalla casa di Ibrahim Liman, un capo locale responsabile di una milizia filogovernativa, dove si erano radunati degli uomini.



L’operatore umanitario Abubakar Mohammed ha dichiarato all’Afp che sono stati recuperati tre cadaveri e due feriti gravi. Nella zona dell’attentato, che si trova nel nord-est della Nigeria, negli ultimi mesi si sono intensificati gli attacchi da parte del gruppo di terroristi islamici Boko Haram. Non è purtroppo la prima volta che Boko Haram usa giovani donne come kamikaze per attacchi suicidi contro civili: è già accaduto in passato.



SANGUE IN NIGERIA: LIBERATI STUDENTI RAPITI

La zona dove è avvenuto l’attentato è la stessa dove uomini armati una settimana fa hanno rapito centinaia di bambini da una scuola di Kankara, 344 dei quali sono stati liberati nelle scorse ore. Quell’azione era stata rivendicata da Boko Haram, che aveva pubblicato audio e un video con molti giovani rapiti. Nonostante ciò, le autorità di Katsina ritengono che gli autori siano banditi locali che potrebbero però avere legami con i terroristici islamici. Gli studenti nigeriani sono stati trasportati dall’esercito a Katsina, capitale dell’omonimo stato. Secondo quanto riportato dall’Afp, a rapire i giovani sarebbe stato un leader della criminalità locale con altre due bande su esplicita richiesta di Boko Haram. «La maggior parte, se non tutti i giovani, sono stati recuperati senza pagare alcun riscatto», ha fatto sapere il governatore Aminu Bello Masari, che si è congratulato con le forze dell’ordine dopo l’operazione.

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