Morto prete in Nigeria, attentato in chiesa del Congo: la domenica di sangue per i cristiani

È una domenica di sangue per i cristiani in Africa, purtroppo non la prima: oltre al gravissimo attentato contro il prete cattolico bruciato vivo da banditi fondamentalisti in Nigeria, le ultime notizie dalla Repubblica Democratica del Congo parlano di almeno 17 morti per una bomba fatta esplodere durante una Santa Messa nella provincia del Nord Kivu. Secondo il Governo di Kinshasa, l’attentato è avvenuto a Kasindi-Luvirihya, cittadina al confine con l’Uganda: l’attacco che ha fatto 17 morti con almeno 50 feriti sarebbe attribuito ai ribelli islamisti ugandesi delle Forze democratiche alleate.



Per quanto riguarda invece la morte di Padre Achi nella chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, non c’è stato davvero niente da fare: è morto arso vivo mentre l’amico sacerdote padre Collins è rimasto ferito, attaccato alle spalle mentre tentava la fuga. «Un attacco codardo e disumano», è il primo commento del Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, «Auspico che le istituzioni consegnino quanto prima i responsabili alla giustizia, affrontino le cause profonde di questo gesto criminale e rafforzino le misure per la protezione dei cristiani nigeriani». L’Italia assieme alla Santa Sede apprezzano la «pronta risposta delle forze dell’ordine. Auspico che le istituzioni consegnino quanto prima i responsabili alla giustizia, affrontino le cause profonde di questo gesto criminale e rafforzino le misure per la protezione dei cristiani nigeriani». Mentre padre Collins lotta ora in ospedale con gravi ferite riportate, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre fa sapere in una nota «in Nigeria stamane padre Isaac Achi è stato ucciso e bruciato mentre il suo assistente padre Collins Omeh è rimasto gravemente ferito. Padre Isaac era un sacerdote anziano della diocesi cattolica di Minna, Stato del Niger. Acs-Italia prega affinché la sua anima possa riposare in pace!». (agg. di Niccolò Magnani)



Nigeria: assaltata una casa parrocchiale

Nella mattinata di oggi in Nigeria un gruppo non ancora identificato di terroristi ha assaltato all’alba la casa parrocchiale della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo a Kafin-Koro, nella regione di Paikoro. Il bilancio delle vittime parla di un prete bruciato vivo all’interno della residenza, incendiata dal gruppo di assaltatori, più un secondo prete che sarebbe stato ferito durante un tentativo di fuga dalla casa parrocchiale.

L’incendio alla casa della chiesa cattolica in Nigeria è avvenuto attorno alle 3 di mattina, mentre a parlare pubblicamente della vicenda sarebbe stato il responsabile delle pubbliche relazioni della polizia nigeriana, Wasiu Abiodun. La polizia, accorsa sul luogo dell’incendio, avrebbe appurato che i terroristi avevano già lasciato la scena ed ha prestato soccorso si due preti. A fare le prime ricostruzioni dell’accaduto, a cui nessuno ha assistito, sarebbe stata la stessa polizia della Nigeria, dicendo che i terroristi avrebbero, in un primo momento, provato ad entrare nella casa parrocchiale. Si sarebbero, poi, accorti che la porta non si apriva e solo in un secondo momento avrebbero appiccato l’incendio.



La persecuzione dei cattolici in Nigeria

La polizia della Nigeria avrebbe, dunque, constatato che dopo aver dato alle fiamme l’edificio, i banditi siano scappati, lasciando padre Isaac Achi chiuso all’interno della casa parrocchiale. Accortisi della fuga di padre Colins Omeh, lo avrebbero colpito alle spalle, lasciandolo esanime a terra. Quest’ultimo, però, si sarebbe salvato e la polizia l’ha trasportato d’urgenza in ospedale, ma non si conoscono le sue attuali condizioni.

Ciò che è avvenuto questa mattina in Nigeria, per quanto tragico, sarebbe solamente l’ennesimo episodio di violenza e persecuzione contro il mondo cattolico e cristiano nel paese africano. Da tempo, infatti, i preti cattolici sono frequentemente rapiti, uccisi o torturati, senza un reale scopo che vada al di là di colpire i singoli esponenti e i luoghi del credo. Alcuni dati parlano dell’impressionante cifra di 900 cristiani uccisi o rapiti nei soli primi tre mesi dell’anno scorso. Ne parlano anche preoccupati gli stessi preti che lavorano in Nigeria, in costante calo, che arrivano a definirsi una specie in via d’estinzione. Dicembre, invece, ha costituito una vera e propria escalation della violenza in Nigeria, portando il totale dei rapimenti a 28, secondo una stima.