Parlare di Niki Lauda equivale a raccontare la storia di una Leggenda, di quelle con la “L” maiuscola, e non c’è occasione migliore per farlo rispetto ad oggi, giovedì 21 maggio 2020, quando è in programma su Rai 3 il film “Rush”, dedicato al mondo delle corse automobilistiche e imperniato sulla rivalità che infiammava i circuiti della Formula 1 negli anni Settanta fra il britannico James Hunt e l’austriaco Lauda. Quest’ultimo è universalmente ritenuto uno dei migliori piloti di sempre, tanto da essersi guadagnato a suon di prestazioni ai limiti della perfezione il soprannome “Il computer”. D’altro canto, la sua forza e il suo talento ben emergono dai numeri estraibili dalla sua carriera sportiva, nella quale agguantò in tre occasioni il titolo di campione del mondo di Formula 1 (due nel 1975 e nel 1977 con la Ferrari e uno nel 1984 con la McLaren) e disputò la bellezza di 171 Gran Premi, vincendo in 25 occasioni e facendo registrare 24 pole position e altrettanti giri veloci. Guidò anche le monoposto March, BRM e Brabham.

NIKI LAUDA: L’INCIDENTE CHE LO SFIGURÒ

Una carriera segnata inevitabilmente dal grave incidente in cui rimase coinvolto il 1° agosto 1976 sul circuito del Nürburgring. Accadde tutto alla curva Bergwerk, presumibilmente per lo scarso grip delle gomme appena cambiate dull’asfalto. Niki Lauda, dopo avere perso il controllo della propria auto, si schiantò contro una roccia posizionata accanto al circuito e fu “rimbalzato” al centro della pista senza casco, letteralmente volato via nell’urto. Purtroppo, la fuoriuscita di benzina favorì il divampare di un incendio, nel quale il pilota austriaco rimase intrappolato per diversi minuti, prima che alcuni suoi colleghi riuscissero ad aiutarlo, fra cui Arturo Merzario, che lo estrasse dall’abitacolo avvolto dalle fiamme. Le sue condizioni rimasero critiche per molti giorni, non solo per le ustioni, ma anche per aver respirato i fumi della benzina. Il 5 agosto fu dichiarato fuori pericolo, ma si portò per sempre dietro il ricordo di quel dramma, che gli rovinò a vita il volto. Lauda è morto nella notte fra il 20 e il 21 maggio 2019 a causa di un’insufficienza renale presso una clinica di Zurigo. Meno di un anno prima aveva subìto un trapianto di polmone.