Licenziato dalla Haas, Nikita Mazepin non ci sta. L’ex pilota di Formula 1 ha bollato le sanzioni contro gli sportivi russi come «cancel culture», biasimando il pugno duro a livello sportivo. Intervenuto ai microfoni della Bbc, il 23enne di Mosca è tornato sulla decisione della scuderia di F1 di rescindere il suo contratto e non ha utilizzato troppi giri di parole: è stata una scelta sbagliata e scorretta.



Oltre ad aver interrotto i rapporti con lo sponsor Uralkali, società di proprietà del padre oligarca Dmitry, la Haas ha preferito licenziare Nikita Mazepin per manifestare il suo sostegno all’Ucraina, vittima dell’invasione delle truppe di Vladimir Putin. Il pilota è stato tranchant: «Non sono d’accordo con le sanzioni. L’ho già detto in passato e per questo ho deciso di combatterli. Forse adesso non è il momento giusto per sottolineare certe cose ma, se guardiamo la situazione nel complesso, quello che sta accadendo agli atleti russi è una forma di cancel culture contro il mio Paese».



NIKITA MAZEPIN: “RUSSIA VITTIMA DELLA CANCEL CULTURE”

Le sanzioni europee contro la Russia hanno coinvolto il padre di Nikita Mazepin, considerato uno dei membri della cerchia del presidente russo Vladimir Putin. L’ex pilota Haas, invece, è considerato «associato a un importante uomo d’affari coinvolto nei settori economici russi e che fornisce una sostanziale fonte di entrate al governo della Federazione Russa». Nikita Mazepin ha parlato del suo dolore nel vedere le drammatiche immagini del conflitto: «Sono un essere umano che vuole vivere in un mondo dove regna la pace». Poco dopo, il 23enne ha aggiunto: «Sarò onesto, vedo enormi rischi nel dire qualsiasi cosa al riguardo. Scontenterei qualcuno, dunque ho deciso che starò in silenzio». Ricordiamo che Mazepin già nelle scorse settimane ha contestato duramente la decisione della Haas, evidenziando di aver accettato le condizioni della Fia di correre senza bandiera. Opzione non ritenuta sufficiente dalla scuderia.

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