Nina Corradini è intervenuta ai microfoni di “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, raccontando il suo passato nella ginnastica ritmica. A 12 anni ha lasciato la propria abitazione e si è trasferita a Fabriano, dove ha trovato persone che l’hanno sempre aiutata in tutto. Poi, però, sono nate le prime difficoltà legate allo scandalo body shaming emerso in queste settimane: “Non solo nella squadra Nazionale, ma anche in tantissime altre società ci sono questi problemi. Vivendo in hotel eravamo sotto la custodia degli allenatori, tutto quello che facevamo era dettato da loro. A un certo punto temevamo che le altre compagne vedessero i nostri pesi e ci mettevamo al fondo della fila per non essere giudicate da loro”.
Tutte le volte che c’era un fastidio fisico oppure un infortunio “gli allenatori pensavano che fosse una scusa per non allenarsi: bisognava comunque farlo. Quando il 4 maggio 2020 sono tornata a casa e ho lasciato la ginnastica ritmica, mi sono proprio rilassata, poi però è iniziato un lungo periodo buio”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
NINA CORRADINI, CHI E’ L’EX STELLA DELLA GINNASTICA RITMICA
Nina Corradini sarà ospite questo pomeriggio dell’appuntamento del sabato di “Verissimo” assieme alla collega Anna Basta per dare la loro versione dei fatti sui presunti abusi subiti quando si allenavano nell’Accademia di Desio e sullo scandalo che ha fatto finire nell’occhio del ciclone il mondo della ginnastica ritmica in Italia. Le due ex ‘farfalle’ infatti racconteranno la loro verità alla padrona di casa, Silvia Toffanin: ma cosa sappiamo della 19enne ginnasta originaria di Roma che di recente ha denunciato le presunte vessazioni e umiliazioni subite da un insegnante e che l’avrebbero portata poi ad abbandonare questo sport?
Nata a Roma nel 2003, Nina Corradini è una ex promessa della ginnastica ritmica che solo due anni fa, nel 2021, ha deciso di abbandonare: in seguito all’addio polemico allo sport che amava e alle pesanti accuse contro un’ex insegnante ha deciso di proseguire gli studi iscrivendosi alla facoltà di Scienze della Comunicazione. Dopo aver cominciato a praticare questo sport sin da piccola, ecco gli esordi con la Ginnastica Flaminio capitolina e poi la Eurogymnica Cascella e la Faber Ginnastica Fabriano. Da lì è un’ascesa continua che la porta a essere chiamata pure nella selezione junior italiana nel 2017: tra i suoi successi, una medaglia d’oro al Grand Prix di Kiev, a cui segue un terzo posto alla kermesse di Sofia e poi ecco gli Europei di Budapest dove conquista la medaglia d’argento assieme alle sue colleghe.
NINA CORRADINI, VITA PRIVATA E ADDIO ALLO SPORT: I PRESUNTI ABUSI E…
Non conosciamo molto della vita privata di Nina Corradini, il cui nome fino a poco tempo fa era noto soprattutto agli appassionati di questa disciplina: poi l’intervista concessa a ‘la Repubblica’ e lo scandalo che ha investito il mondo della ginnastica ritmica, con polemiche e le indagini che sono cominciata. L’ex ‘farfalla’ ha parlato di vessazioni e umiliazioni: “Mangiavo sempre meno ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene” ha ricordato riferendosi alle presunte offese subite per via del peso. “Però mi ricordo il giorno in cui ho trovato la forza di andare via: era il 14 giugno 2021, avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi a desiderare di scappare da lì”.
Da quell’addio alla ginnastica ritmica e all’intervista esplosiva concessa di recente, la Corradini ha cominciato a denunciare, spiegando che oggi il suo obiettivo è quello di informare e proteggere le bambine più piccole. “Per le allenatrici ero solo una pedina, non c’era alcun rapporto umano” ha attaccato la 19enne, ricordando gli episodi in cui, a suo dire, le ragazze venivano pesate ogni giorno e davanti a tutti. “Cercavo di mettermi in ultima fila, non volevo essere presa in giro ma l’allenatrice mi ripeteva ogni giorno ‘Vergognati, mangia di meno!’… Una sofferenza”. Nel suo racconto Nina parla anche di lassativi presi pur di cercare di perdere peso (“Una volta sono svenuta a colazione”), arrivando anche a 55 chili. “Non so se la Federazione sia a conoscenza di questo metodo: magari dei controlli sì, ma del trattamento e delle umiliazioni no…”