Nina Corradini, ex atleta di ginnastica ritmica, ha raccontato a Storie Italiane l’incubo vissuto quando era nelle Farfalle a causa delle continue violenze psicologiche che è stata costretta a subire a causa del peso. “Io ho iniziato a 4 anni, entrare nella squadra e vincere medaglie era da sempre il mio sogno. La mia vita era basata interamente su quello, non mi ha mai fermata l’idea di fare sacrifici. A 16 anni, però, il sogno si è trasformato in qualcos’altro. Al centro non c’era più la mia passione ma il cibo. Non riuscivo più a godermelo”, ha ricordato.



I problemi sono iniziati proprio con l’arrivo in Nazionale. “Inizialmente, quando le allenatrici mi dicevano qualcosa sul peso, sembravano degli avvertimenti. La sensazione era che volessero mettermi in guardia verso qualcosa che non conoscevo. Ho chiesto molte volte quanti chili dovessi perdere, ma non rispondevano mai. Io volevo affrontare la questione da persona matura, ma non sono mai stata aiutata. Eravamo abbandonate a noi stesse, dovevamo sapere cosa e quando mangiare e controllarci. Non si poteva aumentare di un etto”.



Nina Corradini: “Ginnastica ritmica un sogno diventato incubo”. Il rito del peso

Il rito del peso, che avveniva in pubblico e precedeva le offese, per Nina Corradini era diventato un’ossessione. “A settembre del 2020 ho iniziato a prendere dei lassativi. Una pillola col tempo non faceva più effetto, per cui man mano ne prendevo sempre di più perché ero terrorizzata di pesare troppo. Era l’unico modo che avevo per affrontare la situazione. Mi continuavano a dire che mangiavo troppo e male, ma io non sapevo cosa fare. Ho provato a parlare con le allenatrici per dire loro che mi stavo sviluppando, che era per quello. Loro dicevano che non andava bene. Io non mangiavo niente. Ero arrivata al limite”.



È così che ha deciso di fermarsi e denunciare. “Ho sempre fatto tantissime ore di allenamento col sorriso, senza fermarmi di fronte a nulla. Il sacrificio lo conosco. La differenza tra questo e le vessazioni sta però nel modo in cui si dicono le cose. Se era necessario che dimagrissimo, sarebbe stato sufficiente affidarci ad un nutrizionista e ad uno psicologo. Noi non abbiamo ricevuto un aiuto, pur non essendo adulte. Quando sono andata via mi sono sentita bene, ho ricominciato a respirare e ho scoperto una vita diversa. La ginnastica mi manca, è normale, ma adesso vivo serenamente e senza paura”, ha concluso.