Una denuncia scuote la ginnastica ritmica italiana. È quella della farfalla Nina Corradini, campionessa nel 2021. L’atleta della Nazionale, che poi ha lasciato la squadra, racconta a Repubblica di aver subito violenze e umiliazioni per soddisfare i parametri del peso della squadra azzurra. Corradini, ad esempio, sarebbe arrivata a comprare lassativi nell’estremo tentativo di perdere peso, per non ricevere le pressioni delle allenatrici della Federginnastica. «Mangiavo sempre meno, ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane». Umiliazioni verbali che decide di svelare ora, un anno dopo essere andata via.
Ricorda ancora quel 14 giugno 2021. «Avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi precedenti a desiderare di scappare da lì. Ora voglio informare e proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà». Ma quel dolore per le sofferenze subite è ancora con lei. «Fino a qualche mese fa piangevo ancora, però ora riesco a raccontare tutto senza lacrime. Merito anche delle sedute dallo psicologo, sono in cura da un anno». Nina Corradini aveva 15 anni quando, nella primavera del 2019, fu chiamata dalla Federazione per una prova, poi fu confermata in squadra.
NINA CORRADINI “MI PESAVO 15 VOLTE AL GIORNO…”
Nina Corradini si è, quindi, trasferita con le Farfalle a Cesano Maderno, dove si allenava per 7-8 ore al giorno, poi seguiva lezioni in una scuola privata. Dopo due mesi quel mondo che aveva sognato si è mostrato differente: «Per le allenatrici ero solo una pedina, non c’era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi». A Repubblica racconta di venire pesata ogni giorno con le altre compagne, «in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice». I dati venivano segnati su un quaderno e poi arrivava il giudizio. «Cercavo di mettermi ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra. L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: “Vergognati”, “mangia di meno”, “come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?”. Una sofferenza». Il controllo del peso veniva fatto dopo colazione, quindi Nina Corradini l’ha saltata per due anni. «Mi pesavo 15 volte al giorno. Il lassativo mi disidratava e, non mangiando, non avevo più forze. Mi ammalavo, avevo poco ferro nel mio corpo. Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa». L’atleta non ne ha mai parlato con la sua famiglia, neppure con le sue compagne. «La competizione era molto alta, era più forte dell’amicizia. Inoltre credevo che loro stessero bene, mi sentivo quasi in colpa a stare male».
“PESAVO 55 CHILI, MA ALLENATRICE AVEVA DA RIDIRE”
Secondo Nina Corradini, il rapporto delle allenatrici con le atlete variava proprio in base al peso. Lo standard però non è chiaro, anche perché non lo avrebbero mai detto. «Io pesavo sui 55 chili (per 175 cm di altezza ndr), ma l’allenatrice aveva sempre da ridire. Il cibo era diventato un incubo, pensavo alle conseguenze del mangiare determinati alimenti. Avevo imparato che di notte perdevo 3 etti e che un bicchiere d’acqua ne pesava 2», spiega a Repubblica. Delle tre istruttrici e una maestra di danza con cui lavorava, era solo una quella che si esprimeva con commenti negativi, mentre le altre si limitavano a leggere i dati. «Non so se la Federazione sia a conoscenza di questo metodo: magari dei controlli sì, ma del trattamento e delle umiliazioni no». La Federginnastica, contattata dal quotidiano per un commento sulla vicenda, ha dichiarato di non voler commentare al momento. Nina Corradini ha quindi maturato la decisione di lasciare la squadra e la ginnastica ritmica e ha, quindi, confessato ai suoi genitori il motivo. «Gliene ho parlato separatamente: mamma si è messa a piangere in un ristorante, papà invece si è arrabbiato tanto con le allenatrici. Anche perché ero minorenne».