La guerra legale fra Nina Moric e Luigi Favoloso prosegue: recentemente, l’imprenditore di Torre del Greco ha dichiarato di essere letteralmente uscito da un incubo, dopo la richiesta di archiviazione dell’indagine per maltrattamenti a carico della sua ex compagna, la quale però, accusandolo di violenze e di stalking, ha inteso non arrendersi, opponendosi alla decisione dei giudici mediante il suo avvocato, Solange Marchignoli. Quest’ultimo ha richiesto l’imputazione coatta per Favoloso e, subordinatamente, nuove indagini sul caso, coinvolgendo in audizione anche il professor Giovanni Sartori e la dottoressa Cristina Scarpazza, dell’istituto di Neuroscienze forensi dell’Università di Padova.
Ne dà notizia “Il Messaggero” sulla sua edizione odierna, riportando alcuni stralci del documento depositato dal legale della Moric, nel quale si dice che il pubblico ministero “ha erroneamente considerato non credibile intrinsecamente la persona offesa e, in base a detto assunto, negato valore ai plurimi riscontri esistenti agli atti”. Insomma, una decisione, a detta del legale, adottata con eccessiva superficialità e, quindi, da revisionare.
NINA MORIC VS LUIGI FAVOLOSO: “CI SONO TESTIMONI INDIRETTI DEI MALTRATTAMENTI”
La vicenda giudiziaria fra Nina Moric e Luigi Favoloso, riferisce “Il Messaggero”, pare pertanto essere ancora lontana dall’esaurirsi, in quanto, nell’opposizione alla richiesta d’archiviazione presentata dall’avvocato della showgirl, si legge anche che quanto denunciato “è stato certificato persino dai riscontri esterni e dalle numerose testimonianze indirette, che hanno variamente confermato il tenore maltrattante delle condotte di Luigi Mario Favoloso nei confronti della compagna convivente Nina Moric e, in linea generale, offerto spunti decisivi per inquadrare un ‘quadro ambientale’ del tutto compatibile con il narrato della parte offesa”. Insomma il legale Marchignoli non ha gradito l’impostazione dell’accusa, che – a suo dire – ha assunto come decisiva la fragilità della vittima e la natura conflittuale del rapporto con Favoloso, elementi che sono stati utilizzati “come premessa maggiore di un presuntivo sillogismo” e tramutatisi ben presto in “un ariete capace di travolgere l’intero impianto probatorio. Quandanche, come nel caso di specie, sia affermato che la persona offesa presenti dei tratti di fragilità, ciò non può in nessun modo avere una ripercussione automatica di tipo giudiziario”.