Ninetto Davoli ha partecipato lo scorso 18 gennaio, come ospite d’onore, all‘installazione dedicata a Pier Paolo Pasolini. Un progetto dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione tra le facoltà di Studi Umanistici ed il Dipartimento di Architettura. Un evento storico tra le celebrazioni del centenario di Pasolini, perchè è uno tra i pochissimi al quale Davoli ha deciso di partecipare, dialogando con i professori e non risparmiandosi neanche ai giornalisti.
Si è infatti raccontato in un’intervista pubblicata dalla rivista Rolling Stone, nella quale ripercorre i momenti più importanti della sua carriera, del rapporto con Pasolini, soprattutto riprendendo gli ultimi momenti trascorsi con il regista prima della sua tragica morte. Non sono mancate le risposte alle accuse di non aver mai voluto rivelare la verità sull’omicidio, sul quale restano ancora oggi molti punti oscuri e misteri, che forse potevano essere chiariti per indirizzare le indagini sulla pista giusta. Tra i suoi ricordi emergono i particolari di quella sua ultimo incontro in trattoria con Pasolini, rivelando quali furono le parole di quella “maledetta sera”.
Ninetto Davoli e l’ultima cena con Pasolini: “Era persona vitale, non è possibile che cercasse la morte…”
Nell’intervista per Rolling Stone, Ninetto Davoli ricorda tutti i momenti più importanti della sua carriera, dall’incontro con Pasolini quasi per caso, che lo portò poi ad interpretare un ruolo nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. All’epoca Davoli faceva il falegname e non avrebbe mai immaginato che da lì a breve si sarebbe ritrovato a recitare insieme a Totò nel film “Uccellacci e Uccellini“.
Lo ricorda così il primo incontro con Totò nella casa del regista ai Parioli: “Un disastro! Pier Paolo si mette a posto la cravatta, io c’avevo solo i ricci che tanto a posto non ci stavano. E chi ci apre la porta? Totò… che indossava una vestaglia rosso cardinale con due pom-pom. Quando l’ho visto ho cominciato a ridere a crepapelle“.
Dopo quella esperienza, la vita di Ninetto Davoli prosegue sempre al fianco di Pasolini, partecipando ad altri nove film, non solo come attore ma anche come assistente del regista. Infatti Ninetto si occupava di reclutare gli attori di strada, non professionisti che sarebbero poi diventati i personaggi di film come: Decameron, i Racconti di Canterbury e Le Mille e una notte.
Non mancano però le domande sulla tragica morte di Pasolini. Ninetto Davoli infatti è stato più volte accusato, recentemente anche dal regista Davide Grieco, di conoscere particolari che potrebbero chiarire alcuni misteri che ancora oggi pesano sul caso dell’omicidio Pasolini. Smontando la tesi sul fatto che il regista avesse in qualche modo cercato la morte risponde “Era una persona vitale, non è possibile che nel tempo stesso pensasse a cercarsi la morte. Mi sembra una stupidaggine.”
E ripercorrendo poi gli ultimi istanti di quella cena in trattoria, “una serata sbagliata” come definisce l’ultima volta che vide Pier Paolo Pasolini vivo, rivela, quella “maledetta sera” mi disse: “Sai Ninè, mentre camminavo per venire qui tenevo la testa abbassata perché non avevo il coraggio di guardare in faccia la gente”.