Nino Agostino e Ida Castelluccio erano giovani e sposati da poco tempo, lui era un poliziotto in servizio al Commissariato San Lorenzo di Palermo, e aspettavano il primo figlio quando, nel 1989, due killer li uccisero davanti alla casa di famiglia a Villagrazia di Carini con una pioggia di proiettili. Un agguato mafioso che Cosa Nostra, secondo la ricostruzione riportata dal Giornale di Sicilia, avrebbe deciso per fermare l’attività investigativa di Agostino contro i latitanti di mafia.



Il 24 maggio su Rai 3, in prima serata, va in onda una prima serata speciale dedicata al padre del poliziotto, Vincenzo Agostino, e alla sua lotta incessante per dare giustizia al figlio e alla nuora uccisi. La storia è raccontata nel docu-film Io lo so chi siete, nel quale si ripercorre la sua battaglia per la verità lunga decenni. Vincenzo Agostino si è spento a 87 anni, il 21 aprile scorso, dopo aver speso gli ultimi 35 anni della sua vita nella lotta alle mafie e in attesa che la giustizia trovasse i mandanti del duplice omicidio. Aveva deciso di non tagliare più la barba, lunga e bianca per decenni e impressa nell’immaginario collettivo come simbolo del suo impegno contro la criminalità organizzata, fino a quando non sarebbe stato accertato ogni elemento sull’uccisione di Nino e Ida Castelluccio. Vincenzo Agostino è morto prima di riuscire a completare il mosaico della verità, 5 anni dopo l’amata moglie Augusta Schiera.



Il duplice omicidio a Villagrazia di Carini

Il duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio avvenne il 5 agosto 1989 davanti alla casa di famiglia a Villagrazia di Carini, quando la coppia stava raggiungendo dei parenti per una festa poco dopo il rientro dal viaggio di nozze. Avevano appena annunciato ai genitori di aspettare un bimbo, ma quello sarebbe stato il loro ultimo giorno.

Appena arrivati davanti al cancello della villetta, questa la ricostruzione della dinamica dell’agguato, due sicari li avrebbero raggiunti a bordo di una moto di grossa cilindrata e avrebbero aperto il fuoco. Nino Agostino fu ferito per primo, mentre tentava di proteggere sua moglie dai colpi esplosi in rapida successione. Ida Castelluccio avrebbe cercato di salvare il marito, ma rimase gravemente ferita anche lei e morì con lui in quella calda giornata d’estate di 35 anni fa. Secondo quanto riporta l’associazione “Libera contro le mafie”, la donna avrebbe visto i killer in faccia e avrebbe avuto il tempo di gridagli “Io so chi siete”. Si spense durante il trasporto in ospedale. Vincenzo Agostino, padre del poliziotto, uditi gli spari corse fuori e scoprì l’orrore. Il figlio aveva 28 anni, la nuora appena 19. Dietro i delitti l’ombra di un intreccio tra mafia e pezzi deviati dello Stato nel tessuto di diversi tentativi di depistaggio. 31 anni dopo gli omicidi, il rinvio a giudizio dei boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto (amico di Nino Agostino). I primi due accusati di duplice omicidio, il terzo di favoreggiamento.



Nino Agostino, chi è l’agente ucciso da Cosa Nostra nel 1989

Nino Agostino, all’anagrafe Antonino, era nato a Palermo il 29 marzo 1961. Salvatore, Flora e Nunzia i suoi fratelli, figli di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera, un muratore una sarta. Sarebbe diventato un agente di polizia nel 1986, assegnato al Commissariato San Lorenzo del capoluogo siciliano. È lo stesso anno in cui avrebbe conosciuto la sua Ida Castelluccio, con la quale poi avrebbe coronato il sogno di sposarsi e mettere su famiglia.

Il loro matrimonio fu celebrato poche settimane prima della loro morte. Era il luglio 1989 quando divennero marito e moglie, ma il 5 agosto, poco tempo dopo aver scoperto di aspettare un figlio, persero la vita insieme in un agguato di Cosa Nostra. Secondo quanto ricostruito dal padre Vincenzo, mentre i due erano in viaggio di nozze lui avrebbe ricevuto la strana visita di due uomini proprio a Villagrazia di Carini. Avrebbero chiesto al padre del poliziotto dove si trovasse, sostenendo di essere “colleghi”. Poche ore più tardi, la fine. Vincenzo Agostino avrebbe speso il resto della sua esistenza a caccia di verità e giustizia. Si è spento nel 2024 senza riuscire a vedere la conclusione dell’iter giudiziario, ma con la sensazione di essere ormai vicino al momento in cui avrebbe potuto tagliare la barba per quella promessa fatta sulla tomba del figlio.