Chi è Nino Buonocore?

Nino Buonocore è uno degli ospiti della puntata di Canzone segreta in onda questa sera in replica su Rai1. Classe 1958, originario di Napoli, Buonocore ha firmato insieme a Michele De Vitis un brano di successo degli anni Novanta, Scrivimi, che Romina Power apprezza particolarmente. Sarà proprio lui a omaggiarla nel corso della sua sorpresa, e Romina, dall’altra parte, sembrerà gradire molto (la sentiremo cantare per tutto il tempo).



Nino Buonocore è in attività ormai da 45 anni. All’epoca dei suoi esordi, anche il fratello Dino bazzicava nel mondo della musica (precisamente come responsabile dell’ufficio vendite della casa discografica Vedette). Per lui non fu difficile farsi notare, prima con alcuni brani in lingua napoletana e poi passando all’italiano. Il 1983 fu l’anno del suo primo Festival di Sanremo in gara con Nuovo amore. In quell’occasione ricevette i complimenti di Renzo Arbore, che parlò di lui come del miglior giovane del concorso. Nel 1988 fu di nuovo la volta di Sanremo, questa volta in gara con uno dei suoi maggiori successi in assoluto: Rosanna.



Nino Buonocore spiega il suo rapporto con Scrivimi

Nino Buonocore è molto legato soprattutto a Scrivimi, il brano con cui questa sera andrà a esibirsi a Canzone segreta. “Scrivimi è una canzone che è riuscita ad accomunare i sentimenti svariati di tante persone”, ha dichiarato Buonocore in un’intervista del 26 marzo a Distopic.it. “Una canzone – prosegue – che puoi cantare dopo il primo ascolto pur non essendo semplice. Non ho perso l’emozione nel cantarla perché continua a generare uno scambio emotivo tra me e il pubblico. E quando è così rimane sempre un piacere cantarla. La musica è comunicazione, non dobbiamo mai dimenticarlo”.



Con Romina Power davanti, questo ‘scambio’ si realizza perfettamente: Romina sorride trasognata, mentre la dedica in musica di Buonocore accompagna lo scorrimento sul ledwall di alcune foto di famiglia.

Nino Buonocore: “Sanremo oggi è ridotto a una passerella”

Nella stessa intervista, parlando della sua esperienza a Sanremo, Nino Buonocore si è mostrato inaspettatamente critico: “Sanremo non mi ha sicuramente restituito quanto io vi abbia investito. Seppure in termini di promozione mi ha dato molto. Non mi sono mai piaciute le gare. Non credo nel format che nasce come festival della canzone italiana e diventa nel tempo un mero fenomeno di costume. Vero è che la musica negli anni 70 è stato un volano incredibile di cultura e risveglio delle coscienze, ma vivaddio c’era una libertà artistica davvero costruttiva e stimolante”.

Poi rincara la dose azzardando un paragone tra ieri e oggi: “Se pensiamo ai Dalla, ai Modugno, ai Tenco si capisce benissimo di cosa parlo. Oggi Sanremo è ridotto ad una passerella di artisti poco distinguibili per uno show che per il 75% è costituito dalla voglia di stupire con linguaggi e temi (ed anche ahimè finte trasgressioni) che cercano di nascondere la pochezza dei contenuti estetici e letterari”. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: “Tra vent’anni quante di queste canzoni ricorderemo?”.