Nino D’Angelo è stato ospitato a Domenica In da Mara Venier, con la quale si è raccontato, parlando sia della sua carriera che della sua vita, dall’infanzia fino alla relazione con Annamaria, alla quale deve tutto il suo successo. E partendo proprio da quest’ultimo, racconta che “è stata una cosa improvvisa. Iniziai a fare la sceneggiata e quando ho iniziato a cantare le canzoni napoletane erano quelle della malavita, ma io volevo parlare di amore”. Così, racconta Nino D’Angelo, scrisse la sua prima canzone, dedicandola alla moglie, che “mi ha aperto le porte del successo perché senza di lei non avrei mai scritto la mia prima canzone. Stiamo assieme da 44 anni e le ho chiesto di nuovo di sposarmi.



Nino D’Angelo: “Prima di cantare facevo il venditore abusivo in stazione”

La prima canzone, ricorda Nino D’Angelo, la scrisse a “18 anni. All’inizio mi presero per pazzo, ma quando vidi mia moglie sul letto, con addosso un jeans e una maglietta e ho scritto ‘Nu jeans e ‘na maglietta sono riuscito a risolvere tutti i problemi della mia famiglia. Prima del successo lavoravo alla stazione centrale, vendevo gelati e nel frattempo cantavo. Poi d’inverno vendevo caffè dentro i treni, ma ero un abusivo“.



Tornado alla prima canzone, Nino D’Angelo ricorda che “con i primi guadagni per prima cosa ho comparto casa a mamma, era il sogno della sua vita. Poi ho fatto sposare le mie sorelle”. Una carriera, racconta, dedicata in larga parte a sua madre, che quando è morta gli ha provocato un dolore profondo, ma che ha tra i suoi punti più alti la canzone ‘O pate, dedicata al padre e che orgogliosamente sottolinea essere “una delle mie canzoni più ascoltate e rifatta da tantissimi altri cantanti nel mondo”. Sul perché abbia scritto quel pezzo sul padre, a Mara Venier Nino D’Angelo confessa che “ad un certo punto mi sono reso conto che parlavo sempre di mia madre, e mi ero scordato completamente mio padre perché il dolore di mia madre era stato talmente forte che quando è stato male papà si è aggiunto dolore al dolore. Così mi sono messo al piano e l’ho scritta”.

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