Nino D’Angelo ospite ieri a S’è fatta notte per ripercorrere la sua vita e parlare delle sue ultime produzioni artistiche. Il padrone di casa, Maurizio Costanzo, rompe il ghiaccio chiedendo chi sia “il poeta che non sa parlare”, dal titolo del libro dell’artista, che risponde: “E’ un ragazzino che oggi ha 64 anni. A scuola sbagliava i verbi, i congiuntivi, sbagliava tutto, però la mia professoressa diceva che arrivavo al cuore anche quando sbagliavo per cui mi chiamava ‘il poeta che non sa parlare'”. Inevitabile trattare anche del suo legame con Napoli: “Sono un fiero figlio di Napoli. All’Università mi è stata dedicata una giornata di studi, è vero, hanno fatto una lezione di pedagogia sui testi delle mie canzoni. Non me l’aspettavo mai una cosa del genere. Quando venivo da lei, al Maurizio Costanzo Show negli anni Ottanta, ero arrabbiato perché non mi mettevano nelle classifiche. Invece adesso mi sta tornando tutto. Forse perché sono diventato più grande, certe cose arrivano prima o poi”.



Nino D’Angelo: “Nei ragazzi del mio quartiere ho rivisto la mia vita”

Maurizio Costanzo si mostra incuriosito dalla scelta di Nino D’Angelo di scrivere un libro. Il cantante spiega: “Io penso che la mia vita è da raccontare. Io sono nato in un quartiere di Napoli povero, San Pietro a Patierno, la vera periferia. Oggi dicono tutti ‘periferia’, però tu ci passi e le vedi: San Pietro a Patierno per vederlo devi andarci, nessuno sa dove si trova. Io sono nato in un vico e ancora oggi quando sono andato a vedere un murale che mi hanno dedicato, in questi ragazzi che stavano in piazza ho visto la mia vita. E ho capito dov’ero arrivato. Mi ha riportato coi piedi per terra. Ho cercato di parlare con loro, però mi sono commosso perché erano degli occhi disperati che mi chiedevano delle cose. Però io sono un cantante, posso essere un messaggero di cose, ma non posso risolvere i loro problemi di vita. A San Pietro ci sono dei posti che non hanno il diritto alla scuola, alla cultura, e questo non è giusto. (…) Loro volevano una chiave da me per essere normali. Perché vorrebbero vivere e invece sopravvivono“.



Nino D’Angelo: “Per essere così napoletano mi sono perso tante cose ma…”

Nel libro“, racconta ancora Nino D’Angelo, parlo della storia di “questo ragazzo col caschetto che oggi è amato un po’ anche dagli intellettuali. Mi sdoganano sempre, allora mi chiedo Maurizio: ma perché devo essere sempre sdoganato?“. E Costanzo risponde: “Tu rappresenti, penso, talmente tanto un pezzo di Napoli, che ogni volta devi sempre dimostrare che sei anche altro“. Altra domanda: “Se faccio un bilancio se sono contento? Certo, io nasco per non essere niente. Ho comprato la casa a mia madre, ho sposato le mie sorelle, fatto studiare i miei due figli. Uno fa il regista, Tony D’Angelo, e ha fatto già film importanti, e l’altro lavora alla Gazzetta dello Sport“. In trasmissione c’è spazio anche per un videomessaggio di Diego Armando Maradona Jr. e per ascoltare un estratto dell’ultimo singolo di Nino D’Angelo, “Voglio parla sulo d’ammore“. Costanzo osserva che durante la clip l’artista ha cantato il brano anche in studio. E D’Angelo replica: “Questa è la canzone della mia vita. Forse per essere così napoletano nella mia carriera mi sono perso tante cose, ma io sono fiero di essere napoletano“.

Leggi anche

THE VOICE KIDS 2024, 2a PUNTATA/ Diretta: il trapper Luca non passa, Alessandra chiude in bellezza