Nino D’Angelo torna a parlare dell’incredibile successo che sta vivendo negli ultimi anni, che definisce come un vero e proprio “nuovo debutto” assieme al rinnovato entusiasmo per la sua città, Napoli, in cui ha lasciato il cuore e le radici. “C’è un nuovo Neapolitan power non solo nella musica. Abbiamo ricominciato a sognare in grande – ammette con emozione nell’intervista pubblicata tra le pagine de Il Messaggero – E Napoli, penso ad esempio al film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, che vidi in anteprima al Metropolitan nel 2021, viene finalmente raccontata per quello che è: magica, ma anche piena di contraddizioni. Fanno parte dello spirito della città: se la cambi, Napoli non è più la stessa”.
Nino D’Angelo da sempre di Napoli ha voluto raccontare “quella bellezza che forse prima di me nessuno aveva raccontato nel pop: quella delle periferie. E poi la grandezza e i sacrifici di un popolo forte, che non si arrende di fronte a niente. I colori delle mie canzoni sono quelli della Napoli più sofferta: io vengo da lì”.
Nino D’Angelo racconta la sua Napoli: “ora sono diventato un artista di culto”
Nino D’Angelo, sentito da Il Messaggero, ricorda con stupore e commozione che “a San Pietro a Patierno, il quartiere dove sono nato e cresciuto, nell’estate del 2021 mi hanno fatto l’omaggio più bello, che vale più di premi e Dischi d’oro”, cioè un “gigantesco murale realizzato con i soldi della povera gente, che ha fatto una colletta per comprare la vernice”. Racconta che “all’inaugurazione c’erano pure ragazzini di quindici, sedici, diciott’anni: le sembrerà incredibile, ma vengono pure ai miei concerti. E non solo a Napoli e dintorni”. Un fatto che inizialmente l’ha stupito, per poi realizzare di “essere diventato un artista di culto”.
Nino D’Angelo spiega che questo revival è merito forse “di certa musica napoletana degli Anni ’80, spinta in classifica da serie tv e film: mi sembra di vivere un nuovo debutto”. Il cantautore ricorda anche del giorno in cui “me ne andai da Napoli quando i malavitosi mi spararono ai vetri di casa, dopo essersi resi conto del successo di Nu jeans e ‘na maglietta: pretendevano i soldi. Minacciarono me e la mia famiglia. Andai a sporgere denuncia, poi feci armi e bagagli insieme a mia moglie e ai miei figli e scappai a Roma. Napoli l’ho sempre portata nel cuore. Ma vivere lì era diventato impossibile”.