Nino Frassica: “Ero un bambino sempre annoiato”
Nino Frassica è il primo ospite della nuova puntata di Oggi è un altro giorno. In studio con Serena Bortone il comico introduce il suo nuovo libro, Paola – Una storia vera, poi racconta il rapporto con l’amico Renzo Arbore e va ancora più indietro col tempo, raccontando la sua infanzia.
“Io ero un bambino sempre annoiato, mi annoiava la routine per questa facevo gli scherzi. Mi inventavo sempre scherzi, come quello al cinema in cui facevo finta di stare seduto quando il cinema era pieno. Poi d’improvviso mi alzavo, facendo finta di lasciare il posto libero e subito si fiondavano persone che cercavano quel posto che, chiaramente, non trovavano mai! Alla fine lo scherzo è teatro!”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Nino Frassica: l’infanzia in Sicilia a Galati Marina
Nino Frassica sarà ospite di Serena Bortone nella puntata di oggi, martedì 22 novembre, di Oggi è un altro giorno. L’attore è nato a Messina nel 1950. In un’intervista al Corriere della Sera, Frassica ha raccontato da chi ha ereditato la sua vena comica: “Più da parte di padre, molto spiritoso, che di madre, ma soprattutto nasce come reazione alla noia della provincia dove sono nato, Galati Marina, alla periferia di Messina. Sono sempre stato pigro e nell’ozio mi piaceva organizzare degli scherzi. La mia carriera ha preso il via come “scherzista” nel bar Suaria del mio quartiere: lo scherzo, di per sé, è già forma di teatro”. Qualche giorno fa nel salotto di Verissimo, Frassica ha parlato dei tempi della scuola: “Andavo perché dovevo andare per forza. Mia zia era bidella e se non mi vedeva lo diceva a mia madre”.
Nino Frasscia: il rapporto con i genitori
Il padre di Nino Frassica voleva che il figlio facesse il geometra: “A me non piaceva perché l’istituto era frequentato tutto da maschi, mentre la vicina scuola di ragioneria era piena di femmine. Per ubbidienza frequentai il primo anno da geometra, venni bocciato per le assenze, perché la mattina mi chiudevo nei cinema a guardare film a ripetizione. Poi passai a ragioneria”, ha raccontato il comico al Corriere della Sera. I genitori non hanno mai ostacolato la sua carriera, perché lui non gli ha mai chiesto un aiuto economico per andare avanti: “Non chiedevo mai soldi a casa, mi mantenevo da solo. Facevo il dj, il presentatore di sfilate, di feste di piazza… Quando facevo gli spettacoli studenteschi io passavo nelle classi a vendere i biglietti dicendo che mi mandava il preside a venderglieli, ma non era vero!”, ha svelato a Silvia Toffanin.