Nino Manfredi, il ricordo della figlia Roberta: “È stato un padre assente e severo ma anche altruista”
Ha definito il padre come una persona che dice sempre quello che pensa forse fin troppo sincero e diretto e lei sembra aver preso questa caratteristica. La figlia di Nino Manfredi, Roberta, ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera dove l’immagine del padre non è proprio idilliaca. Geniale sul set, fuori è stato un uomo con pregi e difetti, alcuni difficili da sopportare. La figlia primogenita, infatti, sul padre ha confessato dura: “Che padre è stato? Assente con noi figli. Era un attore, tutto il mondo ruotava intorno a lui e, quando stava a casa, ci sentivamo condizionati dalla sua professione. Bisognava fare silenzio, perché era sempre al lavoro con gli sceneggiatori.”
E poi ancora ha aggiunto: “Molto severo, rigorosissimo, prima di tutto con sé stesso. Un uomo parco, frugale. Per dirne una, sul set non mangiava niente, si faceva portare il cestino di cibarie che poi portava a casa. Mamma non ne poteva più di quei cestini e gli ripeteva: ma che li porti a fare.” Un incubo era poi la sua origine contadina che lo rendeva attentissimo agli sprechi, forse sin troppo. Era proibito buttare gli avanzi di cibo e se si cucinava qualcosa di nuovo chiedeva se non fosse rimasto qualcosa dal giorno prima. Ha anche aggiunto che durante i 50 anni di matrimonio con la moglie Erminia non sono mancate la scappatelle, tante, che la donna ha subìto con pazienza.
Roberta Manfredi svela un retroscena sul papà Nino: “Provava tenerezza per le persone con fragilità”
Nel racconto della figlia Roberta Manfredi, Nino aveva dei pregi ed anche tanti: “Altruista, soprattutto con i colleghi più giovani, inesperti. Disponibilissimo con la gente che lo fermava per strada: provava una particolare tenerezza per le persone che avevano fragilità fisiche o mentali. Non a caso nel film Colpo di luna impersona il padre di un disagiato psichico.” Però allo stesso tempo era anche irascibile, spesso si arrabbiava per cose futile ed iniziava ad urlare.
Dal punto di vista artistico, invece, per Roberta il padre Nino è stato un grande artista. Dopo una lunga gavetta durante la quale non si è mai arreso ha raggiunto il successo tardi diventando però un pilastro nel cinema italiano. A causa del poca conoscenza della lingua inglese, però, ha rifiutato molte parti oltre oceano senza raggiungere mai la consacrazione internazionale. E questo forse è l’unico vero rimpianto, secondo la figlia, di un uomo che a 15 anni ha sconfitto una tubercolosi incurabile e che non si è mai arreso davanti alle difficoltà.