Nino Spirlì contro la legge Zan e quelli che a suo dire è l’uso del politically correct nella scelta delle parole. Il governatore della Regione Calabria, ospite dell’ultima puntata de “La Zanzara” su Radio 24 è stato un fiume in piena, tornando su alcune tematiche a lui molto care. Omosessuale dichiarato ma contrario al disegno di legge che sta spaccando in due il fronte politico, il Presidente della Giunta calabrese ha detto che la legge sarebbe una sorta di forca caudina che metterebbe il bavaglio alle persone. Anche se quello relativo alla libertà di espressione è un tema molto stratificato, Spirlì ha spiegato che comunque lui preferirebbe la proposta alternativa del centrodestra ,“più umana, rispettosa e che non crea categorie”.



Nella sua ospitata su Radio 24 il diretto interessato spiega che, nel caso venga chiamato in audizione sulla legge Zan ci andrà sicuramente per dire la sua: “Esistono gli stati d’animo che disprezzano, non le parole, fra poco dovremo stare attenti a come respiriamo per non finire in tribunale” continua nella sua invettiva e tornando sull’uso della parola “frocio” che lui ribadisce di voler continuare a usare se non usata in modo dispregiativo, pur se a onor del vero non sono infrequenti episodi che vedono dei minorenni vittime di insulti e vessazioni verbali soffrire in silenzio in tali situazioni dato che ancora non hanno gli strumenti ermeneutici per contestualizzare certe espressioni.



NINO SPIRLI’, “GAY PRIDE? UNA CARNEVALATA: SE AVESSI UN FIGLIO CHE CI ANDASSE LO…”

“Vi rendete conto che già non possiamo utilizzare parole come zingaro, negro? Siamo alla follia” continua Spirlì. “Le parole non sono armi, se non quando caricate a pallettoni” prosegue il Governatore. E l’omofobia nel nostro Paese? Imbeccato dai conduttori, Spirlì sostiene che in Italia non esiste l’omofobia e poi passa ad attaccare le associazioni gay: “Non servono a niente, solo a fare soldi: e questa legge serve a rafforzare l’associazionismo multicolore (…) Sopra i carri c’è gente travestita da prete o da suora col c**o di fuori, loro possono offendere la religione” aggiunge, suggerendo agli omosessuali di vivere in casa come persone serene e in silenzio.



Dopo queste ultime parole e lastroncatura del Gay Pride come una “carnevalata”, Spirlì confessa che “se dovessi avere un figlio omosessuale e lo vedessi su un carro, lo prenderei a calci nel c**o con gli anfibi e lo accompagnerei a casa”, precisando che per un eventuale figlio non vedrebbe il bisogno di “diventare un deficiente su un carro”. E poi conclude tornando ancora sulla legge Zan e sugli aspetti che non condivide: “Voglio vivere senza categorie e voglio poter dire che la famiglia è fatta da una madre, da un padre e dai figli (…) Due gay fanno una coppia di persone che si vogliono bene, ma non sono famiglia” è la sua chiosa.