Non solo Google, anche il mondo dei social sta rendendo omaggio a Nise da Silveira nel giorno del 115esimo anniversario dalla sua nascita. “L’inconscio collettivo presenta disposizioni latenti per reazioni identiche”, una delle frasi più celebri di questa psichiatra che per il suo modo di intendere la disciplina, la sua ferrea opposizione alla pratica dell’elettroshock come cura per la schizofrenia e per l’incoraggiamento ai suoi pazienti a dedicarsi all’arte si è meritata persino un film sulla sua vita su Netflix. Emblematico del suo spirito e del suo modo di intendere la psichiatrica, questa frase: “Non guarite oltre il giusto. Le persone troppo guarite sono persone noiose. Sono tutti un po’ pazzi. Vi chiedo: vivete l’immaginazione, perché è la nostra realtà più profonda. Per fortuna non ho mai vissuto con persone sagge. Bisogna stupirsi, indignarsi e contagiarsi, solo allora è possibile cambiare la realtà…”. (agg. di Dario D’Angelo)
NISE DA SILVEIRA, L’ARTE COME METODO DI GUARIGIONE
L’approccio di Nise da Silveira alla psichiatria è stato diverso e questo le ha permesso di rivoluzionare i trattamenti. Riteneva che bisognasse guardare la psichiatria da una angolazione diversa, sconosciuta a quel tempo, quella dell’arte. Anche per questo Google ha deciso di dedicarle un Doodle per ricordarla a 115 anni dalla sua nascita. Fin dalla giovane età ha espresso con forza le sue idee con cui ha cambiato il rapporto tra arte e salute mentale. Ma ha anche lottato per trovare il suo posto come donna e professionista all’interno di un settore dominato dagli uomini. Grazie alla sua perseveranza ha raggiunto l’impossibile: usare l’arte come metodo di guarigione insieme ad altre tecniche. Così ha dimostrato che se per alcune persone l’uso della parola funziona come metodo di risoluzione dei conflitti, in altre erano importanti invece le immagini. Ci fu quindi una “esplosione” di dipinti, disegni e sculture. Ma il suo metodo fu accettato malvolentieri dai colleghi, ma questo non ostacolò la sua rivoluzione. (agg. di Silvana Palazzo)
NISE DA SILVEIRA, LA LETTERA DEL ’93 “VOGLIONO VENDERE I QUADRI…”
E’ emersa in rete una lettera che la grande Nise De Silveira aveva scritto a Marco Lucchesi, scrittore, regista, e traduttore brasiliano. I due erano in rapporti di amicizia, e l’avanguardista psichiatra un giorno scrisse allo stesso: “Mi sento frastornata, girovagando in mezzo a cose belle e altre turpi. Immagina che è in corso una campagna affinché siano venduti i dipinti e i documenti del Museo [di immagini dell’inconscio] (il museo creato con le opere dei numerosi pazienti della stessa Nise ndr) in favore dei malati di AIDS e dei bambini di strada. Cose che toccano il cuore della grande maggioranza che non sa discernere le cose. Ciò mi ha molto contrariato, ma credo che riuscirò a far dichiarare protetti almeno circa duecento lavori del Museo. Sto progettando di riposare una settimana nel convento di Santa Teresa”. La lettera risale all’agosto del 1993, sei anni prima della morte della stessa psichiatra, ed è tratta da “Viagem a Florença: cartas de Nise da Silveira a Marco Lucchesi”, pubblicato nel 2003. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NISE DA SILVEIRA, MADRE DELLA PET THERAPY E RIVOLUZIONARIA PSICHIATRA
Quello di Google a Nise Da Silveira, nel giorno in cui avrebbe compiuto 115 anni, è un doveroso omaggio. Nise De Silveira, infatti, non è stata una semplice psichiatra, ma è stata una donna e una dottoressa che ha dato per la prima volta dignità ai malati affetti da disturbi mentali. Prima che Nise De Silveira cominciasse ad occuparsi di psichiatria, infatti, i pazienti affetti da malattie mentali venivano sottoposti a cure molto aggressive come l’elettroshock, l’insulinoterapia e la lobotomia. Metodi crudeli che la Da Silveira rifiutò con forza dando priorità alle cure più dolci che avrebbero aiutato i pazienti a sentirsi amati e protetti nonostante la malattia. Grazie al suo approccio rivoluzionario, infatti, la medicina ha potuto conoscere i benefici della pet therapy che, oggi, è considerata una delle migliori terapie per aiutare tutte le persone affette da malattie mentali (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
NISE DA SILVEIRA, LA RIVOLUZIONARIA PSICHIATRA CHE HA DETTO NO ALLA LOBOTOMIA
Fra i numerosi pazienti curati in maniera “creativa” dal metodo inventato dalla psichiatra Nise Da Silveira, vi è anche Octavio Ignacio. Così come molti altri malati, anche lui è riuscito ad emergere grazie alla pittura: “La schizofrenia – ha detto lo stesso, come ricorda la dottoressa Monica Nicola – una malattia in cui il cuore soffre più di altri organi, poi diventa piùgrande e scoppia”. Octavio disegna dei muri: “Il muro è molto bello per quelli che passano fuori – ricorda ancora – ma per quelli che ci sono dentro è orribile. Il muro non dovrebbe essere così. Dovrebbe avere delle aperture. Questo muro serve solo a togliere la vista dall’esterno. Non possiamo mai essere considerati come persone con questo muro che oscura la nostra visione. Esistono tanti libri – ha concluso – ma la diagnosi non dimostra che la persona e’ schizofrenica. La diagnosi viene da osservazioni e dati degli psichiatri”. Oggi Google ha deciso di dedicare uno splendido Doodle alla psichiatra di cui sopra, in cui si vedono proprio i vari pazienti psichiatrici dipingere dei quadri che vanno poi a comporre la scritta Google. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NISE DA SILVEIRA, CHI È? “L’IMMAGINAZIONE…”
Sono numerose le citazioni della talentuosa, geniale e avanguardista psichiatra brasiliana, Nise Da Silveira, a cominciare da una massima che spesso e volentieri è stata riportata dai libri di storia e di psichiatria: “Vivete l’immaginazione perchè è la nostra realtà più profonda”. La Da Silveira è divenuta famosa in particolare per essersi approcciata al “malato di mente” in maniera differente rispetto all’epoca, facendo leva sulla creatività dello stesso: “Nel mondo intero gli psichiatri rifiutano di accettare il valore dei dipinti e dei disegni dei malati di mente – denunciava la psicoanalista brasiliana – classificandoli come arti psicopatologiche. Cercano solo di vedere in loro la rovina psichica e sono ciechi alla costruzione (decostruita) di questa espressione”. La Dott.ssa Monica Nicola, psicoanalista, docente universitaria e responsabile di un progetto per i bambini autistici in Brasile, in una recente conferenza, ha sottolineato il lavoro egregio svolto dalla Da Silveira, capace di far guarire dei pazienti che erano stati curati come schizofrenici, quando in realtà erano autistici. “È il caso di Adelina Gomes – le sue parole – trattata con terapie shock convulsive e insulinica, e in tal modo le sue condizioni peggiorano finche’ non inizia a frequentare, nel 1946, la stanza di arte terapia. Lavorando con l’argilla e la pittura diventa piu’ serena”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NISE DA SILVEIRA, CHI È? IL FILM DI NETFLIX
Nise da Silveira non è conosciuta ai più, ma nel suo campo, la psichiatria, era talmente famosa al punto che le è stato anche dedicato un film. La pellicola la potete trovare tranquillamente su Netflix e si intintola “Nise – Il cuore della follia”. Cosa ci racconta la trama? “In questo film tratto da una storia vera, una psichiatra si oppone all’elettroshock come cura per la schizofrenia e incoraggia i suoi pazienti a dedicarsi all’arte”. Poche parole che riassumono appunto lo straordinario e innovativo lavoro di Nise, capace di porre fine ad un vecchio e cruento approccio nei confronti dei malati psichiatrici, cogliendo la loro essenza più profonda. La pellicola si concentra in particolare sull’aspetto artistico della storia di Nise, visto che la dottoressa, con l’aiuto di alcuni validi collaboratori, permise ai propri pazienti di esprimere il proprio inconscio attraverso i colori e la creta. Emersero così una serie di vere e proprie opere d’arte su tela, e nel contempo, si assistette a dei miracoli medici, in quanto alcuni dei malati guarirono proprio grazie a questa terapia. Ciò che fece Nise de Silveira attirò anche l’attenzione di numerosi critici, fra cui il brasiliano Mario Pedrosa, che nel 1952 decise di organizzare una mostra contenente tutti i quadri dipinti dai pazienti, e che nel 1981 riuniva più di 160mila documenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NISE DA SILVEIRA, CHI È? ALUNNA DI CARL JUNG, COMBATTÈ ELETTROSHOCK E LOBOTOMIA
Nise da Silveira, chi è? Questa donna brasiliana, che oggi, sabato 15 febbraio 2020, festeggerebbe il suo compleanno numero 115, è la protagonista del “Doodle” odierno di Google, ma in molti, sul web e sui social network, si sono domandati chi fosse, poiché il suo nome risulta sconosciuto ai più. Eppure, è stata lei – allieva di Carl Jung – a rivoluzionare completamente l’approccio ai malati psichiatrici, sfidando coraggiosamente le pratiche psichiatriche consolidate come l’elettroshock e la lobotomia e aprendo la strada a una maggior umanità in materia di cura del paziente. Che fosse una sorta di predestinata, del resto, era chiaro a tutti già all’epoca; infatti, dal 1921 al 1926 studiò medicina a Salvador de Bahia, riuscendo a laurearsi. Il dato sorprendente? Fu l’unica donna a completare il percorso di studi, insieme ad altri 157 uomini. Cominciò così, dopo il trasferimento a Rio de Janeiro, a prestare servizio nel “Serviço de Assistência a Psicopatas e Profilaxia Mental” nell’ospedale della Praia Vermelha nel 1933. Fu proprio lì che per lei incominciarono le prime difficoltà, che andavano inevitabilmente a intersecare il piano professionale…
NISE DA SILVEIRA, PRIMA IL CARCERE, POI…
Tempi duri per Nise da Silveira, dicevamo. Sì, perché in concomitanza a quella sua prima, traumatica, esperienza lavorativa, nella quale non accettò le dure procedure mediche utilizzate dai professionisti del settore per curare malattie mentali come la schizofrenia, ricevette l’accusa, da parte di un’infermiera, di essere in possesso di alcuni volumi su Karl Marx e la sua filosofia. Si aprirono così le porte del carcere, ma a metà degli anni Trenta si rimise a lavorare in semiclandestinità, leggendo i testi di Baruch Spinoza e convolando a nozze con il collega Mário Magalhães da Silveira, con il quale ha convissuto sino alla morte di lui, avvenuta nel 1986. Iniziò nel frattempo a studiare trattamenti riabilitativi più compassionevoli nei confronti dei malati, arrivando a sviluppare laboratori artistici al fine di consentire loro di esprimere il funzionamento interno delle loro menti attraverso la pittura e la scultura, permettendo alla loro arte, alla loro immaginazione di evadere dagli schemi e trovare libero sfogo, contribuendo, peraltro, a un’indagine interiore inconsapevole su se stessi.
NISE DA SILVEIRA, LA MADRINA DELLA PET THERAPY
Nise da Silveira, tuttavia, non si limitò esclusivamente all’universo dell’arte per garantire sostegno ai propri pazienti e aiutarli quotidianamente. Infatti, per favorire il riadattamento sociale di questi ultimi, la psichiatra sudamericana fu una delle prime dottoresse di tutto il mondo a ricorrere alla pet therapy, al supporto degli animali nelle terapie, mossa rivelatasi di enorme successo nella riabilitazione dei suoi malati e giunta fino ai nostri giorni, con applicazioni anche in altri campi. Tornando al mondo artistico, nel 1952 fondò il “Museu de Imagens do Inconsciente” a Rio de Janeiro, centro di studio e di ricerca per la conservazione delle opere prodotte dai pazienti ospitati nell’istituto, considerandole come documenti utili ad aprire nuove possibilità per una migliore comprensione del mondo interiore della schizofrenia (oltre 350mila opere prodotte). Nel 1956, invece, fu la volta della fondazione della “Casa das Palmeiras”, clinica riabilitativa per gravi pazienti psichiatrici, ove i malati vengono trattati come esterni. Un passaggio fondamentale, secondo Nise da Silveira, per giungere a reinserirsi completamente nella società.