Bufera in Francia per le preghiere musulmane a scuola. È accaduto a Nizza, dove gli alunni di tre scuole hanno anche osservato un minuto di silenzio «in memoria del profeta Maometto». Il caso è scoppiato quando il sindaco Christian Estrosi ha inviato al primo ministro una lettera, pubblicata poi sui social, in cui spiega che l’ispettore scolastico locale lo aveva informato che gli studenti delle CM1 e CM2 (che corrispondono alla nostra quarta e quinta elementare) avevano «eseguito la preghiera musulmana nel cortile della loro scuola» e organizzato il minuto di silenzio. Il sindaco ha avvertito che altri episodi di questo tipo si sono verificati anche nelle scuole secondarie, quindi ha chiesto una risposta «ferma, collettiva e risoluta».
Nello specifico, alla premier francese Elisabeth Borne ha chiesto di «intensificare l’azione dello Stato» per garantire che questi attacchi alla laicità vengano «fermamente combattuti». In effetti, questa vicenda scuote ulteriormente il sistema educativo francese, col ministro Pap Ndiaye che finora ha esitato sulla questione della laicità. Il sindaco di Nizza in conferenza stampa ha chiarito che non lo giudica come «un attacco religioso», bensì come una «provocazione politica». Quindi, ha aggiunto: «Non si può accusare i bambini di questa età di essere dietro a tutto questo. Ci sarà sicuramente una manipolazione, sia da parte della famiglia che nei quartieri».
PREGHIERE MUSULMANE A SCUOLA: “ATTENTI A FAMIGLIE CHE TORNNAO DA JIHAD IN SIRIA”
Gli episodi sono stati confermati dalle autorità scolastiche. I fatti erano stati segnalati ai dirigenti scolastici dal personale della mensa. L’Ispettorato generale ha avviato un‘indagine «per accertare i fatti e trarre le dovute conclusioni», ha assicurato il ministro dell’Istruzione francese Pap Ndiaye, il quale su Twitter ha definito l’incidente «intollerabile» e garantito di aver «immediatamente mobilitato le squadre che lavorano per lo Stato». Negli ultimi mesi il ministero era stato accusato di non essere abbastanza risoluto in materia di laicità, in particolare per quanto riguarda il fenomeno dell’abaya, ora invece sta facendo di tutto per affermare la sua vigilanza. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione francese, relativi al mese di maggio, più della metà delle violazioni della laicità si sono verificate in Francia.
Il 56% delle violazioni dichiarate della laicità riguardava l’uso di abiti e di simboli religiosi, come l’abaya e il qami. Questa cifra è aumentata di 14 punti rispetto al mese precedente. Nella sua lettera al primo ministro, il sindaco di Nizza Christian Estrosi ha anche chiesto che i colleghi, «in un momento in cui le famiglie partite per la jihad in Siria cominciano a tornare in Francia», siano informati delle scuole in cui sono iscritti «questi bambini, che dobbiamo monitorare con grande attenzione». Ma stando a quanto riportato da Le Figaro, il governo non ha ancora risposto a riguardo.