Arresti domiciliari con braccialetto elettronico in una comunità protetta: questa la decisione del gip di Alessandria sulla 19enne accusata di aver ucciso il padre a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, all’estio dell’udienza delle scorse ore. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il giudice per le indagini preliminari non ha convalidato il fermo di indiziato di delitto perché ritenuto insussistente il pericolo di fuga.



La giovane risulta indagata per omicidio volontario aggravato dal legame di parentela e, stando alla prima ricostruzione emersa, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver agito per difendere la famiglia, madre e tre fratelli, dalle continue violenze del genitori nei loro confronti. La decisione del gip sarebbe arrivata dopo un lungo interrogatorio. La vittima, Akhyad Sulaev, 50 anni, sarebbe stata colpita a coltellate nella sua abitazione, venerdì scorso, al culmine di una lite.



Omicidio a Nizza Monferrato, domiciliari in comunità protetta per la 19enne accusata di aver ucciso il padre

La misura cautelare dei domiciliari, per la 19enne accusata dell’omicidio del padre a Nizza Monferrato, dovrà eseguirsi all’interno della comunità protetta in cui la ragazza si trova attualmente seguita da un team di psicologi. La famiglia della giovane, di origine cecena, secondo quanto riporta Tgr Piemonte era arrivata in Italia qualche anno fa.

L’indagata avrebbe raccontato di aver colpito il genitore nel tentativo di difendere la madre e i tre fratelli minori dai maltrattamenti dell’uomo, subiti negli anni anche da lei. La 19enne avrebbe pianto davanti alla decisione del gip del Tribunale di Alessandria che non ha riscontrato pericolo di fuga e per questo, spiega la Tgr, ha stabilito la destinazione nella stessa struttura in cui si trova dal momento del delitto. La ragazza, studentessa di liceo, potrà proseguire comunque il suo percorso scolastico all’interno della comunità. Il gip avrebbe quindi respinto la richiesta del carcere avanzata dalla Procura.