L’intervento di Michele Santoro a “Dimartedì”, trasmissione andata in onda su La 7 nella serata di martedì 25 maggio 2021, ha fatto e sta ancora facendo discutere parecchio gli utenti del web, in quanto il celebre giornalista e conduttore televisivo ha esternato una serie di riflessioni sulla gestione della pandemia di Coronavirus in Italia che hanno scatenato le reazioni contrariate di alcuni spettatori. Procediamo con ordine: Santoro ha esordito ricordando le parole di Michela Murgia, che ha recentemente affermato che si spaventa di fronte alla divisa del generale Figliuolo, una frase che l’ex presentatore di “Annozero” ha voluto analizzare in maniera approfondita.
“Proviamo a capire che cosa vuol dire – ha asserito –. Indubbiamente è un segnale quello di vedere un militare coinvolto in un’operazione civile. La divisa, in questo contesto, ha importanza, perché la parola più adoperata da un anno e mezzo a questa parte è stata guerra e all’inizio gli italiani cantavano sui balconi ‘Il Piave mormorava’. La retorica della guerra sostituisce l’amore per la democrazia. Non è il caso di scatenare gli eserciti contro i virus, dovremmo combatterli investendo nella medicina di base, visto che non abbiamo studiato fino in fondo la dinamica di questo virus”.
MICHELE SANTORO: “DEMOCRAZIA NON C’È DA QUANDO SIAMO IN PANDEMIA”
Santoro ha poi proseguito a “Dimartedì” chiedendosi su quali basi studino il virus i virologi e quanti pericoli effettivi esistano in un ristorante al chiuso. Ad oggi, ha sostenuto il giornalista, non abbiamo esperimenti fatti da noi per seguire la dinamica del virus e quindi mancano i dati analitici che ci possono fare comportare in un modo piuttosto che in un altro e la mobilitazione reale delle persone. Santoro ha voluto sottolineare come la situazione odierna nasca dal Governo Conte, crollato “per le sue interne contraddizioni, che erano molto forti”. Quella crisi è stata scatenata dal fatto che il presidente del Consiglio “ha cominciato a nutrire un suo disegno politico”. Poi, spazio alla teoria del “patto”: i politici, gli scienziati e i giornalisti potevano muoversi durante il lockdown. Ora, “i giornalisti dovrebbero controllare quello che fanno i politici e gli scienziati, ma se da agenti di controllo si trasformano in comunicatori, allora abbiamo un unico patto che tiene insieme giornalisti, scienziati e politici…”. Per Santoro, infine, la democrazia è stata cancellata dalla gestione pandemica da parte dei militari e non c’è più da quando il virus ci impedisce di muoverci e manifestare il nostro pensiero.
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