Evitare il carcere al tossicodipendente alla prima condanna. Il Ministero della Giustizia sta lavorando ad un progetto che procede in questa direzione. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove: “Stiamo pensando a una grande misura per i detenuti tossicodipendenti perché a casa mia la rieducazione del tossicodipendente comincia dalla disintossicazione. Abbiamo un terzo settore altamente preparato e capace. Probabilmente la prima condanna meritano di scontarla non all’interno di un istituto di pena ma di essere accompagnati nelle comunità terapeutiche e di recupero“.



La domanda che Il Sole 24 Ore si pone è se la proposta si fondi su reali esigenze di rieducazione o su una sorta di privatizzazione della detenzione, come le critiche avanzate. Il tema delle droghe e carcere è centrale nei piani del Governo ma, a prima vista, sembra leggermente contraddittorio rispetto ad altre misure. Da un mese, infatti, è entrato in vigore il cosiddetto decreto Caivano: tra le varie misure, questo prevede un inasprimento delle sanzioni per chi viola l’articolo 73 del Testo unico sulle droghe, che riguarda produzione, detenzione e spaccio di stupefacenti.



Droga, numeri preoccupanti in Italia

I dati dell’ultima edizione del libro Banco sulle droghe mostrano che la violazione della normativa sugli stupefacenti continua ad essere il motivo principale per l’ingresso in carcere: 9.961 dei 38.125 ingressi in carcere nel 2022 sono stati causati da infrazioni all’articolo 73 del Testo unico. Dunque, il 26,1% degli ingressi in prigione riguarda proprio motivazioni legate alla droga. Guardando invece i dati del 2022, di 56.196 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2022, ben 12.147 lo erano a causa di violazioni della norma sulla droga.

Invece, altri 6.126 erano incarcerati in associazione con l’articolo 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), dunque in totale il 34,3% di tutti i detenuti. Si tratta del doppio della media europea (18%) e di un numero più alto della media mondiale (22%). Guardando invece i dati dei detenuti con problemi di dipendenza, al 31 dicembre 2022 erano presenti nelle carceri italiane 16.845 detenuti “certificati”, il 30% del totale (+10% sul 2021), spiega Il Sole 24 Ore.