Stasera agli Europei si gioca Spagna-Italia e vi propongo in alternativa un film datato, I magnifici tre (1961) con un trio formidabile: Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi e Walter Chiari. Il film, una parodia de I magnifici sette uscito nelle sale l’anno precedente, fu bistrattato dai critici per la storia e gli attori furono rimproverati di essere delle macchiette.
Un passo indietro. Finita la Seconda guerra mondiale, il teatro di rivista (comicità, parodie, satira, balletti) ebbe in Italia un successone: la gente aveva bisogno di leggerezza, di ridere e sognare. Parallelamente fu così anche nel cinema e successivamente con la nascita della televisione gli stessi attori vennero catapultati sul piccolo schermo.
Quando I magnifici tre uscì al cinema, Vianello e Tognazzi avevano un avviato legame artistico e anche Walter Chiari era sulla cresta dell’onda. Eravamo in pieno boom economico e vennero prodotti filmetti a raffica per tutti, leggeri, comici, ereditati dal filone del teatro di rivista da cui provenivano gli stessi registi e autori. Altra roba sicuramente rispetto al cinema neorealista che ci aveva portato gli Oscar, ma non certo da buttare. Tutto va compreso nel contesto giusto.
E veniamo alla trama. Siamo in Nonduras, Paese che richiama molto il Messico nel periodo della rivoluzione di Pancho Villa. Abbiamo il dittatore Bonarios (Aroldo Tieri) a capo dei Basettudos (tutti coi basettoni), i ribelli Baffudos (con baffoni spioventi) e i tre peones José (Raimondo Vianello), Domingo (Ugo Tognazzi) e Pablo (Walter Chiari).
Bonarios governa con braccio di ferro, vige lo ius primae noctis e tre pulzelle nobildonne avverse al dittatore cercano di sovvertire gli eventi. I tre peones vengono ingaggiati inconsapevolmente sia dalle tre donne che da Bonarios per scopi contrari.
Bonarios li ha scelti perché tutti e tre sono un po’ ritardati e con problemi fisici, le tre pulzelle non lo sanno, credono che siano stati mandati dai ribelli e sperano scaccino invece il cattivone. E veniamo ai protagonisti de I magnifici tre:
José ha una gamba di legno, è lento fisicamente ed esageratamente calmo (l’aplomb di Vianello); Domingo è strabico e rallentato nel pensiero; Pablo è il bellimbusto fisicato (Chiari lo era realmente), ma anche lui è un po’ squinternato. Si ritroveranno travestiti da becchini, da donne, in carcere con i vestiti a strisce della Rubentus, poi pittureranno di bianco quelle nere e saranno di nuovo dei peones. In una battaglia tra Basettudos e Baffudos risulteranno gli unici sopravvissuti, la folla li acclamerà insieme alle tre pulzelle. Ma poi arriveranno i Capelludos…
Equivoci, continue gags esilaranti, ballate spagnole cantate dal trio, comicità scoppiettante. Per capire meglio che è un film godibile dovreste vederlo ascoltando attentamente le battute del trio (che sono tante). Altro che i comici odierni…
Qualche piccolo inciampo di sceneggiatura c’è, ma i tre attori con le loro espressioni e interpretazioni esaltano la pellicola.
Il film lo potete vedere aggratis su YouTube.
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