Oggi partono gli Europei di calcio e la partita d’esordio è Germania-Scozia. Quest’anno le squadre di club tedesche hanno giocato due finali europee, in Europa League il Bayer Leverkusen è stato mazzuolato dalla Dea nerazzurra bergamasca (quando una squadra con maglia rossonera ne incontra una nerazzurra non c’è scampo) e in Champions League la rivelazione Borussia Dortmund si è piegata a Re Carlo V. È vero che Ancelotti allena i Galacticos, ma li devi anche saper mettere in campo, motivarli e gestirli. Noi italiani siamo i campioni europei in carica, tre anni sono passati e vedremo cosa combineranno i nostri azzurri.



Il pescatore di sogni (2011), il film che vi presento, ha a che fare con la Scozia, l’Inghilterra e lo Yemen, non si parla di calcio ma di pesca.

Lo sceicco yemenita Muhammed (Amr Waked) ha costruito una diga nelle vallate desertiche con tanto di fiumi artificiali, lo scopo è quello di rendere fertile la terra e di portare nelle acque fluviali i salmoni. Ha grossi investimenti in Inghilterra e il Premier inglese vuol far bella figura politicamente. Un esperto del ministero dell’Agricoltura, Alfred Jones (Ewan McGregor), viene coinvolto nel progetto. È più che scettico sulla realizzazione dell’impresa, ma l’input governativo è perentorio e vi è la supervisione tirannica della responsabile delle relazioni del Primo ministro inglese, Patricia Maxwell (Kristin Scott Thomas).



Jones si ritrova a lavorare con l’advisor del fondo d’investimento dello sceicco, la bella Harriet Chetwode Talbot Harriet (Emily Blunt), che nel frattempo ha un filarino con un capitano mandato a combattere in Afghanistan che poi risulterà disperso. Jones ha un carattere solitario, educato, si definisce un po’ autistico e vive nel suo mondo di studioso del mondo animale. Ha inventato un’esca per la pesca che porta il suo nome. Il rapporto con la moglie Mary, manager della finanza internazionale, è ormai routine, anche se lui ne è dispiaciuto.

Costretto a portare avanti il progetto, Jones ipotizza che diecimila salmoni prendano il volo per lo Yemen. Ma questi verrebbero presi dai fiumi della Scozia e nel Regno Unito si innesca un caso politico. Si passa obbligatoriamente, perciò, ai salmoni d’allevamento che probabilmente non riusciranno a risalire la corrente dei fiumi.



Il titolo originale de Il pescatore di sogni è Salmon fishing in the Yemen, ma direi che la versione italiana rispecchia maggiormente il significato del film.

Jones e Harriet conoscono lo sceicco Muhammed che ha una visione di emancipazione della sua nazione e del suo potere, vuole portare l’acqua per togliere la desertificazione e al tempo stesso introdurre i salmoni. Un’impresa apparentemente impossibile, ma per lo sceicco non è utopia, è segno di fede, tanto che dice a Jones: Se si avverasse sarebbe un miracolo divino. Jones: Io mi baso più su fatti e cifre.

Sceicco: Non è un uomo religioso?

Jones: No

Sceicco: Quante ore passa a pescare? Centinaia? Ed è un buon impegno del tempo basandosi su fatti e cifre? Ma lei persevera con il vento, la pioggia, il freddo con poche possibilità di successo. Perché? Perché lei è un uomo di fede. E alla fine verrà premiato con un pesce.

Jones salverà lo sceicco da un killer, si avvicinerà con cautela e tatto a Harriet, l’amore sboccerà tra loro alla fine, quando la diga verrà fatta esplodere dagli integralisti islamici, ma i due resteranno nello Yemen per ricominciare da capo il progetto.

La regia de Il pescatore di sogni è firmata da Lasse Hallstrom (Le regole della casa del sidro e Chocolat); il prof. Jones ha solo il cognome del famoso archeologo di Spielberg, Ewan McGregor lo impersona in maniera realistica, faccia d’angelo e tontaggine compresa; Emily Blunt è brava, meriterebbe di più.

Non è un film indimenticabile, è adatto alle famiglie, con finale romantico per le donne, ma soprattutto per chi non vuol vedere gli Europei di calcio. Visibile su Prime Video.

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