Oggi agli Europei entra in campo la nostra Nazionale contro l’Albania e si gioca anche Spagna-Croazia, questa sì che me la vedo. Non vi rievoco le sfide con gli albanesi, ma vi accenno di un buon libro letto recentemente: Don Ernest Simoni – Dai lavori forzati all’incontro con Francesco (Edizioni Paoline) di Mimmo Muolo, che racconta la vita di don Ernst Simoni, sacerdote albanese che dal 1963 tra prigionia, lavori forzati e nelle fogne è stato perseguitato dal dittatore Enver Hoxa e dal regime comunista per ventotto anni. Papa Francesco lo ha elevato alla berretta cardinalizia per la sua fede. Da leggere.
Dopo questo excursus per restare coi piedi per terra e per non non dimenticare la storia, ecco un film d’intrattenimento, una commedia semplice, pulita, di vecchio stampo da vedere per chi considera invece il folber (Gianni Brera docet) una perdita di tempo.
Mio cugino Vincenzo (1992) è la storia di due pischelli universitari, Stan Rothenstein e Billy Gambini, in transito vacanziero in Alabama, che vengono fermati e interrogati dalla polizia di contea. È l’inizio di una catena di fraintendimenti: lo sceriffo chiede loro solo conferma della colpevolezza dando per sottinteso l’omicidio del commesso della stazione di rifornimento. I due si dichiarano colpevoli credendo invece di essere accusati di non aver pagato una scatoletta di tonno. I ragazzotti scoprono l’equivoco quando ormai è tardi e poiché dei testimoni affermano di averli visti scappare con l’auto dal luogo dell’omicidio, vanno al gabbio e a processo.
Billy chiama la madre per aiutarli e lei le manda il cugino Vincenzo La Guardia Gambini detto Vinny, avvocato di Brooklyn. Arriva con la sua macchina cabrio sgangherata, vestito tutto di nero con giacca di pelle, stivali cowboy con punte d’acciaio, orologio, catenazza e anellone al mignolo, tutti d’oro chiaramente. È da sei anni che si è laureato, ma è sempre stato bocciato all’esame di abilitazione finalmente superato da poco. Di fatto non ha mai partecipato a nessun processo, è un novellino. Insieme a lui la sveglia e bella fidanzata Mona Lisa Vito. Cosa ci trovi in lui è un bel mistero.
Adesso mi fermo un attimo e parliamo dei personaggi di Mio cugino Vincenzo.
In primis Vincenzo interpretato da Joe Pesci, grandioso, verve comica innata, ma anche una capacità di calarsi in panni drammatici. Alla ribalta con Toro Scatenato (1980) e poi con altri film di Martin Scorsese insieme all’amico Robert De Niro. Oscar meritato nel 1990 per Quei bravi ragazzi, ma ce lo ricordiamo anche per C’era una volta in America e poi come comico negli Arma Letale e Mamma, ho perso l’aereo.
La fidanzata di Vincenzo, Mona Lisa, è Marisa Tomei, che con questo film si aggiudica l’Oscar 1993 per miglior attrice non protagonista, a mio avviso un tantino esagerato.
Billy Gambini è interpretato da Ralph Macchio, ai tempi una star, portato al successo dalla saga di Karate Kid, ma qui non lascia il segno.
La figura centrale del film è perciò Vincenzo, avvocato sgangherato, cialtrone, macchietta, sfigato, che non conosce le procedure del tribunale. Viene ingabbiato tre volte per vilipendio alla corte, la fidanzata paga per due cauzioni, ma alla terza preferisce restare in cella una notte in quanto nei vari motel in cui dormono resta sempre insonne a causa di situazioni un po’ tragicomiche.
Si presenta dal giudice affermando di aver patrocinato diverse difese processuali, ma questi, avendolo preso di punta indaga, e Vincenzo riesce però sempre a gabbarlo. Anche il suo abbigliamento stile mafioso fa incazzare il rigido giudice dell’Alabama: cambia il vestito ma finisce nel fango ed è costretto a presentarsi con un costume usato di color bordeaux da direttore circense.
Smantellerà quasi le veridicità dei testimoni, ma sarà la competenza della fidanzata Mona Lisa Vito, a fargli vincere la causa. Parrucchiera disoccupata con esperienza da meccanico automobilistico in quanto da varie generazioni la sua famiglia ha un’officina. Dalla tracce di frenata dell’auto sull’asfalto deduce che la macchina non è quella dei due ragazzi. E il caso si risolve con la prima vittoria di Vincenzo che è obbligato a sposare la sua bella per la vecchia promessa di portarla all’altare quando avrebbe vinto il primo processo.
Mio cugino Vincenzo è una bella commedia con un Joe Pesci che ricorda in parte il grande Totò, dal nome italiano dei protagonisti, dalla struttura narrativa si attinge a piene mani dalla commedia italiana di Marcello Marchesi, Vittorio Metz e Steno. Un buon film per chi non sopporta il calcio. Lo potete vedere sulla piattaforma Disney+ che, se è inguardabile per le ultime produzioni, ha un magazzino notevole.
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