Domani allo Stadio Olimpico di Roma si inaugurano i Campionati Europei di calcio con la partita Italia-Turchia. Dagli anni ’60 la nostra Nazionale ha disputato con i turchi dieci incontri vincendo otto e pareggiando le ultime due partite amichevoli. Nel 2002 1-1 con gol di Vieri e di Emre. Ve lo ricordate in Lazio-Inter del 2002? Sotto di tre a zero, dopo un’autorete laziale ci pensò lui con una doppietta. Il turchetto, vista la sua altezza, segnò due gol da fuori area, uno con un pallonetto favoloso. Nel 2006 sempre 1-1 con due gol italiani, Di Natale e autorete di Materazzi.
Sono stato in Turchia due volte per la Champions League in tempi in cui Erdogan studiava nelle patrie galere per diventare il boss che oggi è, imparando le tecniche di diniego degli stermini di massa effettuati dai turchi (Armeni e Curdi). Ha instaurato una vera e propria monarchia di stampo islamista. Non a caso Draghi l’ha definito recentemente dittatore e vedremo come continueranno i rapporti con l’Italia.
Parliamo della Nazionale. Finora Mancini è imbattuto. Le ultime due amichevoli sono state partite da oratorio dove Bernardeschi è sembrato Del Piero o Baggio.
Ma la squadra? è una compagine di giovani che il Mancio sta facendo crescere. Tutti forti tecnicamente e vogliosi di far bella figura, ma con poca esperienza internazionale a parte i due perni difensivi, Bonucci e Chiellini, Jorginho neo vincitore della Champions e un Verratti che si spera recuperabile dall’infortunio, ma che non ha l’estro e la visione di uno come Pirlo. Non dimentico Barella che però ha giocato un campionato a tremila giri e speriamo non arrivi spompato.
In un parallelo con la squadra di Sacchi dei mondiali Usa ’94, anche lì non c’era uno squadrone ma avevamo la certezza di Baresi e Maldini in copertura, un Donadoni corridore, un campione carismatico come Roby Baggio, bistrattato dal CT, che ci ha portato nella fase finale. Qui abbiamo un insieme di tanti giovani potenti fisicamente e tecnicamente. Forse questa è la forza della squadra, una coralità, ma non abbiamo il campione vero che ci può risolvere le partite. L’unico è Insigne che quest’anno ha disputato un buon campionato. Vedremo, intanto speriamo di massacrare (ma non sterminare) sul campo i turchi, alla faccia di Erdogan.
E adesso parliamo di cinema, il film che propongo per chi non vuol vedere gli Europei, è una pellicola d’azione, Spectre (2015)m ventiquattresima e penultima pellicola della saga di James Bond. A ottobre uscirà nella sale, pronto ma rimandato per il proseguo della pandemia, No Time to Die, l’ultima fatica di Daniel Graig/007 che poi svestirà gli abiti dell’eroe di Ian Fleming.
Si passa da Messico, Italia, Austria, Tangeri, con viste e panorami resi spettacolari dalle riprese cinematografiche, un action movie adrenalinico.
Il titolo del film è il nome dell’organizzazione criminale che con i suoi tentacoli vuole avere il controllo ed essere il nuovo ordine del mondo e che Bond, estromesso dal nuovo capo del MI6 (colluso coi banditi), combatte da par suo. E qui si inizia a viaggiare. Si parte da Città del Messico durante la festa dei morti. Riprese aeree con folla ed esplosione dinamitarda di un palazzo da cui 007 esce illeso con un po’ di polvere rossa dei mattoni sulla giacca. Bond è sempre con il vestito di rappresentanza, completo su misura con tanto camicia bianca, gemelli e cravatta, ma salta e corre come se fosse in una pista d’atletica.
Si passa a Roma dove incontra la bellissima Lucia Sciarra (Monica Bellucci), moglie del boss che lui ha ucciso, che è di poche parole (per fortuna), ma cede come una pera cotta al fascino del nostro.
Nel girovagare per estirpare l’organizzazione si arriva sulle montagne innevate dell’Austria, anche qui con capitomboli ed evoluzioni sulla neve. Non manca poi un posto al sole come Tangeri.
Bene, arrivati sin qui, voi, appassionati di scorribande mozzafiato, potete pure abbandonare il film che si affloscia.
Ma torniamo a Roma. Caput mundi. Nella capitale si è svolto un tour panoramico a folle velocità su due super auto, l’Aston Martin DB10 di Bond e la Jaguar C-X75 del cattivone di turno. Le riprese sono state effettuate dal 19 febbraio al 12 marzo 2015, Craig è stato presente solo per lo stretto necessario, poi è stata la volta degli stuntmen. La produzione ha rimpinguato le casse del Comune (allora il sindaco era Ignazio Marino) con circa un milione di euro tra permessi e occupazione di suolo pubblico. Nei tratti bloccati i condomini sono stati indennizzati con cinquecento euro, mentre i bar e ristoranti fino a cinquemila. Quattrocento gli addetti alla sicurezza. Un bel business per Roma.
L’inseguimento a folle velocità ha attraversato Roma di notte e qui per chi ama la città è un’apoteosi. Spettacolo vedere le strade senza doppie file e pulite. Si passa sui viali del Lungotevere, Piazza Navona, via delle Quattro Fontane, Ponte Milvio, Fontana di Trevi, Via dei Cestari, Via Panisperna e via Nomentana. Ma non poteva mancare via della Conciliazione fino a piazza San Pietro e Borgo Pio (spesso lì sono di casa). Una cartolina, anzi uno spot per una delle città più belle del mondo.
Mentre le due auto girano a destra di San Pietro si nota che non vi sono stesi sotto il colonnato clochard e poveracci, la produzione aveva dato loro coperte e pasti caldi per convincerli a spostarsi. Si è anche vista la Terrazza del Fontanone che insieme a Villa Fiorano, dove la Bellucci abita e parla poco, sono state locations de La grande bellezza di Sorrentino. Lascio per ultime le riprese sui passeggi del Tevere, da goduria, con tanto di corsa sfrenata (anche in parabolica) con tuffo della Aston Martin nel Tevere. Tra distrutte e rovinate siamo arrivati a sette bolidi, una bazzecola viste le riprese mondiali e il budget generale a disposizione che pare sia stato di duecentocinquanta milioni di euro.
Godetevi questo film (oppure solo le parti citate).
Nota lamentosa: già che c’erano potevano fare un giro anche allo Stadio Olimpico…
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