La Gronda non si fa. Anzi, si fa «ma a modo nostro»: mentre si consuma la fine (forse) del Governo gialloverde, Toninelli torna a commentare l’analisi costi-benefici del Ministero che di fatto ha bocciato l’opera della Gronda di Genova per come è stata pensata finora. «La Gronda si farà e grazie al lavoro istruttorio del Mit sarà realizzata nei termini in cui è davvero utile a Genova e a tutti i cittadini italiani», si legge nella nota avanzata dal Ministro grillino responsabile dei Trasporti e Infrastrutture. Toninelli attacca ancora la Lega (e indirettamente anche Giovanni Toti) che lo avevano pesantemente criticato dopo la pubblicazione della costi-benefici, «Lega taccia e badi a recriminare contro se stessa, perché mandando all’aria il Governo del cambiamento, ha fatto harakiri e si è messa da sola fuori dai giochi. Ora sarà il M5S a condurre avanti da solo le tante riforme e gli interventi che servono a beneficio di tutto il Paese». La Gronda è un progetto sostenuto e nato con il Pd ligure ma in nome di un possibile futuro dem-5Stelle, Toninelli non sembra fare passi indietro e conferma di voler fare un altro progetto visto che quello attuale non è per nulla soddisfacente: primo commento del Pd locale dalle parole di Alessandro Terrile, consigliere comunale Pd Genova «Gli accordi politici si fanno nella chiarezza. Oppure non si fanno. Sono convinto che l’avvio dei lavori di realizzazione della Gronda autostradale di Ponente sia materia non negoziabile». Lo stesso Terrile su Facebook conclude «L’opera è stata da tempo progettata, ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, compresa la valutazione di impatto ambientale ed è interamente finanziata dal concessionario, o meglio dai pedaggi pagati dagli utenti. I lavori potevano già partire a gennaio scorso, e diversi cittadini e imprese sono già stati espropriati. Modificare oggi il progetto significa ripartire da capo con il percorso autorizzativo, e quindi non fare nulla per almeno tre o quattro anni. Aggiungiamo che la stessa analisi costi benefici del Mit riconosce che fermare l’opera costerebbe ai contribuenti circa un miliardo di euro».
“NO GRONDA”, PUBBLICATA L’ANALISI DEL MIT
La Gronda a Genova non si fa, o quantomeno con Ministro Toninelli il concetto di “No Gronda” vince su tutto, anche sulla necessità che la Liguria possa avere un’opera pubblica che aiuti nel concreto il traffico e gli scambi commerciali dopo il crollo del Ponte Morandi. La Gronda di Ponente e interconnessione A7-A10-A12 – progetto in campo da anni, ben prima dei guai del Ponte sull’A12 – ha ricevuto questa mattina un “no secco” tramite l’analisi costi-benefici pubblicata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, forse l’ultimo atto di Toninelli al Mit prima della caduta definitiva del Governo gialloverde. «L’analisi suggerisce di cogliere l’opportunità di perseguire opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari», si legge nelle comunicazioni del Mit dopo la pubblicazione del documento col quale viene sostanzialmente data ragione al movimento “No Gronda” che, esattamente come sulla Tav, ha trovato fin dalle origini un importante assist politico nel Movimento 5 Stelle.
TONINELLI ANCORA CON LA COSTI-BENEFICI: GRONDA BOCCIATA
Mentre il Governo sta contando gli ultimi giorni prima del cambiamento – o Elezioni o nuovo asse Pd-M5 – Toninelli ha voluto togliersi l’ultima soddisfazione pubblicando un documento che farà diverse polemiche e che, qualora 5Stelle e Partito Democratico sederanno assieme a Palazzo Chigi sarà decisamente difficile trovare una quadra, esattamente come avvenuto fra grillini e Lega sul progetto della Tav. «L’analisi evidenzia opportunità di effettuare un approfondimento, con il coinvolgimento dei soggetti interessati, per una valutazione più puntuale delle alternative di progetto», riporta ancora l’analisi costi-benefici, schema non funzionato al meglio nei mesi passati quando comunque, nonostante il “niet” di Toninelli il progetto dell’Alta Velocità si è poi comunque approvato lo stesso. Secondo l’analisi servono «altre opzioni», e nella relazione si stima anche in un miliardo di euro il costo di un eventuale scioglimento del contratto per i lavori affidati a Società Autostrade per l’Italia. Durissimo il primo commento di Aspi «L’analisi costi-benefici pubblicata sul sito del Mit è di una superficialità sconcertante e porta a conclusioni sbagliate. L’opera è stata suggerita da migliaia di genovesi che hanno partecipato al dibattito pubblico». Duro anche il primo commento del Governatore della Liguria, «Il colpo di coda di Toninelli! Anche se il Governo non esiste più, il ministero delle Infrastrutture a guida grillina boccia la Gronda di Genova, un progetto già fatto e che gli italiani stanno già pagando. Anzi, molte persone e molte aziende sono già state espropriate perché il cantiere sarebbe già dovuto partire mesi fa», attacca il Presidente della Regione Giovanni Toti sul proprio profilo Facebook, «L’arroganza non ha limiti: per compiacere i grillini liguri, che in campagna elettorale si sono schierati contro l’opera, il Governo boccia un’infrastruttura strategica per tutti i porti e il nord-ovest del Paese. Aspetto il Pd che venga a dire ai genovesi che pur di andare al Governo, ha ragione Toninelli .Il confronto istituzionale sulla Gronda c’è già stato».