Pfizer torna nel mirino di no vax e complottisti. Stavolta per l’accordo di produzione e fornitura dei vaccini anti Covid. Niente di nuovo, perché quello diffuso in Rete e via social, spacciato come accordo “trapelato”, in realtà era venuto a galla già a gennaio. Un dettaglio ignorato per far passare l’idea della clamorosa scoperta. Di fatto si tratta della copia dell’accordo tra la casa farmaceutica e l’Albania che Gogo.al ha pubblicato in esclusiva il 19 gennaio. Grazie a questa pubblicazione di questo documento di 52 pagine in Albania apprendono costi e condizioni. Ad esempio, l’accordo prevede che la dose costi 12 dollari. In totale, l’Albania ha comprato 499mila e 590 dosi, ma di queste 30mila e 420 dosi dovevano essere consegnate a febbraio, le altre in autunno e inverno. Una decisione che ha fatto discutere, vista la necessità di vaccini nel pieno della seconda ondata Covid.



In molti hanno ipotizzato all’epoca che questa decisione fosse legata alla disponibilità economica del governo. L’accordo comunque è da 6 milioni di dollari, di cui la metà da pagare entro 30 giorni dalla ricezione della fattura. Ma non sono questi gli aspetti che hanno richiamato l’attenzione di no vax e complottisti.



LA STRANA TEORIA SULL’IVERMECTINA

L’accordo prevede che il contratto resti riservato, mentre Pfizer deve garantire che il vaccino sia conforme. Il punto per no vax e complottisti è che questo contratto non consente di sottrarsi agli obblighi dello stesso, ad esempio non può essere annullato se nel frattempo vengono individuate altre soluzioni contro il Covid. Ritengono, inoltre, che sia questo il motivo per il quale l’Ivermectina sia stata «soppressa». Ciò ovviamente non è avvenuto, anzi ci sono diversi studi in corso, come spiegato anche dal professor Giuseppe Remuzzi. Ma comunque non c’è alcun legame tra l’Ivermectina e qualsiasi altro farmaco sottoposto a studio e la vendita dei vaccini. Evidentemente si tratta di una condizione con la quale ci si vuole tutelare da una possibile retromarcia da parte dell’acquirente, con il rischio di ritrovarsi milioni di fiale invendute. C’è poi la clausola riguardo eventuali ritardi di consegna, con la quale Pfizer precisa di non dover essere ritenuta responsabile, né ciò deve essere un motivo per il quale procedere con l’annullamento degli ordini. Un nodo per il quale nei mesi scorsi ci sono stati diverse polemiche, in particolare con AstraZeneca, anche perché Pfizer è tra le poche case farmaceutiche a non aver riscontrato grossi problemi con le consegne.



NEL MIRINO LA CLAUSOLA DI NO RESPONSABILITÀ

L’accordo prevede inoltre che non si possa restituire il prodotto, per nessuna ragione e in nessuna circostanza, a meno che non sia danneggiato. Ma a interessare no vax e complottisti è la parte in cui l’acquirente riconosce che gli effetti a lungo termine e l’efficacia del vaccino non siano noti al momento della firma del contratto e che potrebbero esserci effetti negativi non noti. L’altro motivo di attacco è la clausola di indennità: il contratto solleva Pfizer da qualsiasi coinvolgimento una volta consegnate le dosi ai paesi membri. L’azienda non potrà essere ritenuta responsabile né dovrà affrontare alcun risarcimento, in prima persona o attraverso qualsiasi rappresentante o partner. Ma la dettagliata esclusione di responsabilità di Pfizer da eventuali danni a terzi è nota da mesi. Ne parlò anche il quotidiano spagnolo La Vanguardia, a differenza di no vax e complottisti secondo cui i media non si sarebbero occupati di questi accordi. Non vi è alcun riferimento a un eventuale risarcimento per effetti avversi non descritti nella scheda tecnica del farmaco. A pagare per eventuali effetti collaterali gravi sarebbero gli Stati. Ma è appunto una storia già nota.