Proseguono senza sosta le rimostranze no vax in tutto il mondo. Come vi abbiamo raccontato, uno dei Paesi più “caldi” da questo punto di vista è il Canada. Secondo quanto reso noto dalla stampa locale, la polizia ha iniziato a sgomberare camion e macchine che ormai da giorni bloccano l’Ambassador International Bridge che collega il Paese con gli Stati Uniti. Resta ancora tanto lavoro da fare, considerando le centinaia di manifestanti attivi in queste ore.



Altro fronte rovente delle proteste no vax è la Francia. Come riportato da Le Monde, le autorità sono scese in campo per disperdere i manifestanti del cosiddetto “convoglio delle libertà”, giunto fino al centro di Parigi. Registrati tafferugli tra no vax e forze dell’ordine, in particolare nella zona degli Champs-Elysées. Fino a questo momento sono state fermate 14 persone, mentre 337 sono state sanzionate. Tensioni sono segnalate anche a place d’Italie. (Aggiornamento di MB)



Proteste no vax in tutto il mondo

Incalzano le proteste no vax in giro per il mondo. Dopo essere scoppiata in Canada, adesso la protesta “Freedom convoy”, ovvero quella dei camionisti contro l’obbligo vaccinale, sta paralizzando tutti gli Stati Uniti. Per dire di no al vaccino obbligatorio contro il Covid-19, i camion hanno bloccato almeno due valichi di accesso: quello tra l’Ontario e Detroit e quello tra lo stato di Alberta e il Montana. In questo modo sono stati messi a rischio il flusso di persone e merci, con conseguenze negative soprattutto per quanto riguarda l’industria automobilistica in Michigan.



Proprio come conseguenza delle proteste, Ford e Toyota hanno annunciato la loro chiusura temporanea. Allo stesso modo anche il gruppo Stellantis, che controlla Fiat Chrysler, ha annunciato ritardi nella produzione in Ontario: mancano, infatti, pezzi. In Canada si sta assistendo dunque ad una vera e propria paralisi del commercio che sta causando, secondo le prime stime, una perdita di circa 300 milioni di dollari al giorno.

L’esempio della città di Ottawa è stato seguito anche in tante altre. I no vax hanno bloccato anche il più importante valico di frontiera tra Canada e Stati Uniti: lì è stato organizzato il “People’s Convoy”, un convoglio di mezzi pesanti che si radunerà poi il 4 marzo in California. Il gruppo si dirigerà poi verso Washington: online è già in corso l’organizzazione dell’evento. La polizia di Ottawa ha diffuso un comunicato per minacciare arresti: “È un reato ostacolare, interrompere o interferire con il legittimo uso di una proprietà, dovete immediatamente cessare questa attività illegale o sarete arrestati”.

Proteste no vax in Nuova Zelanda ed Europa

Non solo Canada: anche in Nuova Zelanda la situazione è molto simile. I no vax, per protestare contro l’obbligo, si sono presentati davanti al palazzo del Congresso a Wellington. Qui ci sono stati alcuni scontri tra No vax e polizia durante lo sgombero di un presidio davanti al Parlamento: sono oltre 50 gli arresti. La polizia ha deciso di intervenire dopo tre giorni di assedio. Anche in Europa la situazione non è migliore: a Parigi, il Governo ha vietato la manifestazione di camion e auto che voleva bloccare la capitale francese. Dall’Eliseo hanno ricordato che intralciare la circolazione può essere punito con pene fino a due anni di carcere, una multa di 4.500 euro, il sequestro del veicolo, il dimezzamento dei punti della patente e la sospensione della stessa per tre anni. Chi organizza una manifestazione vietata rischia inoltre fino a sei mesi di carcere e 7.500 euro di multa, chi vi partecipa, 135 euro.

Alcuni convogli, comunque, sono già partiti da Nizza, Bayonne e Perpignan. Alcuni manifestanti no-vax e no-pass puntano ad arrivare a Bruxelles che però ha allo stesso modo vietato la manifestazione. Anche l’Austria ha vietato le manifestazioni dei “Convogli della Libertà” previste sabato e ispirate proprio alle proteste canadesi.