Un venerdì sera di violenza all’ospedale San Camillo di Roma. Un no vax trasportato in pronto soccorso poiché positivo al Covid-19 ha prima rifiutato le cure e poi aggredito una infermiera che stava cercando di calmarlo, prendendola a spintoni e a calci in testa. “Questa è una dittatura sanitaria e non avrete il mio consenso per le cure”, urlava secondo quando riportato da Il Messaggero.



È stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la situazione alla normalità. L’uomo, le cui condizioni di salute si erano aggravate a causa della positività al virus, è stato identificato e denunciato con le accuse di aggressione e lesioni. La sanitaria, invece, è stata soccorsa dai colleghi: la trentenne, in base all’esito degli accertamenti, ha riportato ferite e contusioni guaribili in dieci giorni. I postumi psicologici per l’infermiera, in servizio nel reparto Covid-19 da appena un mese, tuttavia, sono altrettanto rilevanti, dato che è inevitabilmente sotto choc.



No vax rifiuta cure e aggredisce infermiera: i sanitari lanciano l’allarme

L’episodio del no vax che all’ospedale San Camillo di Roma, dopo avere rifiutato le cure, ha aggredito una infermiera, purtroppo, non è il primo caso di violenza contro gli operatori sanitari che operano quotidianamente nei reparti Covid-19. L’ultimo in ordine di tempo risale a fine dicembre, quando, sempre nella Capitale, un paziente ha staccato un dito a morsi ad una dottoressa al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni. Una casistica intollerabile, a fronte della quale dai diretti interessati arriva un appello a prendere dei provvedimenti.



“Gli episodi di violenza, in particolare nei pronto soccorso, sono aumentati esponenzialmente. Riceviamo segnalazioni da tutti gli ospedali. Il personale è già allo stremo, la quarta ondata della pandemia ci ha piegati. Questi episodi sono gravissimi”. Lo ha detto, come riportato da Il MessaggeroStefano Barone, il segretario del Nursind del Lazio.