Viene giudicata una follia quanto accaduto di recente in Veneto. Alcuni no vax hanno infatti rifiutato, come apprendiamo da Libero, la trasfusione del sangue se proveniente da soggetti vaccinati. Per ragioni di anonimato però le strutture sanitarie non possono comunicare né chi sono i donatori di plasma né altre informazioni private come la situazione vaccinale degli stessi.



La battaglia dei no vax non si ferma dunque nemmeno a chiusura dell’emergenza sanitaria, tanto che a molti ospedali della regione veneta sono arrivati perfino esposti ‘preventivi’ proprio da parte di chi ha da sempre combattuto l’odiato vaccino anti-Covid. Si tratta di un vero e proprio boom di cause intentate nei confronti delle Ulss e degli ospedali del Veneto, con la richiesta di utilizzare il sangue di persone non vaccinate in caso di trasfusione. Questo ha spinto Azienda Zero, ente di riferimento della sanità nella Regione, a segnalare a tutti i direttori sanitari l’impraticabilità di una pretesa di questo tipo sia sul piano organizzativo sia sul piano etico, attraverso una lettera firmata da Monica Troiani, direttore sanitario di Azienda Zero.



GLI OSPEDALI NON CEDONO ALLE PRESSIONI DEI NO VAX

I no vax che hanno presentato gli esposti si sono spinti fino a chiedere di poter selezionare chi potrà donar loro il sangue, fondando la pretesa sul dubbio che il sangue di chi ha ricevuto i vaccini anti-Covid si coaguli. Ma le strutture sanitarie non sembrano propense a cedere. La risposta delle strutture pubbliche è univoca e chiara: nessun “cedimento” a pressioni e richieste, prendendo anche atto che non esistano evidenze o segnalazioni scientifiche tali da mettere in dubbio la sicurezza del sangue prelevato da donatori vaccinati contro il Covid.



Mentre si assiste ad un rialzo dei casi Covid prosegue quindi il muro duro su entrambi i fronti, da un lato gli ospedali e dall’altro i no vax. Questi ultimi, del resto, non si sono mai piegati a obblighi vaccinali, green pass, restrizioni e sanzioni. E sarà difficile convincerli anche sul fronte delle trasfusioni di sangue. Ricordiamo infatti le barricate e i raduni in piazza per contestare la politica restrittiva messa in atto dai governi Conte e Draghi. E quella roccia dura che si è compattata in quel periodo, a quanto pare, non mostra segnali di scalfitura.