Dopo gli insulti, le minacce e le proteste degli ultimi giorni, i no vax hanno alzato il tiro. Nelle ultime ore hanno cominciato a raccogliere e pubblicare i contatti governativi, non solo di giornalisti e medici accusati di diffondere informazioni di “regime”. Ora si passa alle istituzioni. «Scrivete tutti gli indirizzi delle case, numeri di telefono che conoscete di tutti i ministri, tutti i capi di partito, dei cosiddetti virologi criminali, di tutti i presidenti di regione, di Figliuolo, dei giornalisti più criminali», si legge nella chat Telegram “Basta dittatura”. Nel mirino dei no vax anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sul canale Telegram. Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti in concorso, si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’uso di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala.



Si è acceso però anche il faro del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che sempre secondo l’AdnKronos è pronto a chiedere un’informativa al governo. Ma quanto sta accadendo sarà anche tra i temi al centro dell’audizione di Franco Gabrielli, delegato per la Sicurezza della Repubblica, fissata per la prossima settimana. (agg. di Silvana Palazzo)



RIVOLTA NO VAX: MINACCE CHOC SU TELEGRAM

La rivolta dei “no vax” corre via social e mette nel mirino tutta la classe politica. Dopo le aggressioni a medici e giornalisti, l’obiettivo è Palazzo Chigi. Nella chat Telegram denominata “Basta dittatura”, che tra l’altro presenta una svastica con la striscia “dittatura covid”, è apparso un invito oggi a «far cagare un po’ sotto anche il governo». Nel gruppo, che conta oltre 40mila iscritti, sono apparsi numeri di telefono e indirizzi. Dal numero di telefono dell’ufficio del Presidente del Consiglio a quello per la Comunicazione, passando anche per le pec. Si tratta di numeri pubblici, che sono reperibili con una semplice ricerca online, ma il punto è che si vuole passare alle intimidazioni. Come nel caso del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aveva condannato l’uso della violenza nei confronti delle persone che si sono schierate a favore della campagna vaccinale anti Covid.



«Lo impalerei in pubblica piazza», «ti veniamo a prendere», «è necessario il piombo», «ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo» sono solo alcune delle minacce apparse sui social. Tra loro c’è anche chi suggerisce di compiere «attentati dislocati nei luoghi di potere, in simultanea».

NO VAX VS DI MAIO, SALVINI E MELONI: “TRADITORI”

Oltre a Luigi Di Maio, nel mirino dei “no vax” sono finiti anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni, “rei” di essersi vaccinati. «Eccole le mer.. della finta opposizione», «Salvini merd….a collaborazionista, ci ricorderemo di te», «sono tutti complici» e «devono sparire questi traditori» sono alcuni dei messaggi che hanno lasciato su Telegram dal 24 luglio. Da allora prosegue la mobilitazione dei “no vax”. Ci sono proposte di azioni di boicottaggio attivo, come annullare le tessere sindacali di Cgil, Cisl e Uil che hanno preso posizione sull’obbligatorietà della vaccinazione.

«Che ne dite di fare una bella visita anche alle sedi di questi sindacati?», hanno scritto sempre sulla chat “Basta dittatura”. Oltre alla proposta di bloccare le principali stazioni ferroviarie italiane contro il green pass, si susseguono insulti e minacce, proposte di azioni prepotenti che però hanno una regia precisa secondo il Corriere della Sera, che parla di un’organizzazione virtuale che definisce in anticipo gli obiettivi da colpire per poi scatenare contro di essi la violenza del branco.