Noel Gallagher, di fronte ai giornalisti in una sala conferenze di un albergo milanese, presenta Council Skies, il quarto disco della sua band, gli High Flying Birds. Il 2 giugno uscirà il suo cd, ma non ci sarà lui sulla copertina: “Odio posare, non metterei mai la mia faccia sulla copertina di un disco. Che senso ha?”. Per Council Skies, in copertina c’è una rotonda di Manchester, completamente deserta e in bianco e nero: “Non è un caso che non ci siano persone. Tutte le canzoni dell’album le ho scritte durante la pandemia, a casa, chitarra e voce”.
In questo nuovo lavoro, il pezzo preferito dell’artista è “Dead to the world”: “È un gran pezzo dark, romantico. Almeno quanto Pretty Boy, il secondo singolo. Appena l’ho scritto, ho pensato che ci sarebbe stato bene Robert Smith dei Cure. Qualcuno mi ha passato la sua mail e così è nata la collaborazione: alla fine ha fatto il remix (Johnny Marr degli Smiths ha suonato la chitarra, ndr). Abbiamo lavorato benissimo, anche se a prima vista sembriamo il giorno e la notte: lui sempre vestito di nero, con tutto quel trucco L’ho visto lo scorso Natale all’Arena di Wembley. Tre ore di concerto meraviglioso. A me, però, non piace tirarla per le lunghe come fa Bruce Springsteen. Un concerto dovrebbe durare novanta minuti, come una partita di calcio. Altrimenti poi la gente finisce per non vedere l’ora che ti levi di mezzo”.
Noel Gallagher: “Le canzoni hanno senso quando le cantiamo in pubblico”
Council Skies, il nuovo lavoro di Noel Gallagher e degli High Fluing Birds, sarà presentato in un tour mondiale che toccherà anche l’Italia al Forum di Assago, nel novembre 2023. L’artista, nella conferenza stampa, spiega: “Le canzoni per me acquistano senso quando le suono in pubblico. Per esempio, Easy Now parla di legami interpersonali: quanto conosciamo davvero chi ci sta intorno? Ma credo di averne capito il significato quando l’ho fatta live per la prima volta, sei mesi fa”. Secondo Gallagher, “Il compito di un artista, soprattutto oggi, in questo mondo pieno di guerra e orrore, sia quello di creare. Di creare in modo che qualcuno, là fuori, possa sorridere e distrarsi anche solo per un attimo dallo schifo che c’è in giro. Sono tre decenni che faccio musica, ma questo per me rimane ancora il privilegio più grande, più importante delle classifiche“.
Impossibile, per Noel Gallagher, non parlare anche degli Oasis. Nonostante le voci di una reunion, lui frena: “Quello che posso dirvi è che negli archivi della Sony ho ritrovato nastri di registrazioni dell’epoca che sono stupendi. Ciò non significa che li renderò pubblici. Magari me li risuonerò per i fatti miei”. Infine, anche una domanda sui Maneskin: “È il gruppo con quel ragazzo che aveva pippato in diretta all’Eurovision? E poi ha dichiarato di non averlo fatto Che dire? Sono belli da vedere, le loro canzoni però non le conosco”.