Noemi, ai microfoni di “Belve”, trasmissione di Rai Due condotta da Francesca Fagnani, ha parlato del body shaming subìto un quadriennio fa e per il quale ha sofferto moltissimo. Prima, però, si è soffermata sui disturbi alimentari che in passato l’hanno colpita: “Adoravo mangiare e mi sfogavo nel cibo. Nel senso, era proprio un comfort, una specie di ‘adesso mi premio perché ho lavorato, perché ho sofferto’. In realtà, però, mi sono accorta che mano a mano che avevo questa smania di mangiare, che era diventata un po’ un’ossessione, di pari passo non mi guardavo più”.



Ancora oggi, ha sottolineato Noemi, “quando mi rivedo nelle foto non mi ricordo, non avevo la percezione di me stessa con quel corpo. Più perdevo il controllo della mia vita, più mi sfuggiva anche il mio corpo. Ho toccato il fondo”. L’istante più buio per lei è quello vissuto a Sanremo nel 2018, durante il Festival della Canzone italiana, quando la cantante fu vittima di un episodio di body shaming.



NOEMI E IL BODY SHAMING: “MI SONO FATTA UN PIANTO DI STOMACO”

Con grande lucidità e onestà intellettuale, Noemi ha quindi ripercorso quel frangente doloroso: “Oggi si parla molto di body shaming, ma si vede che in quel periodo non era di moda. Accadde che fecero un meme sul web. Io ero a Sanremo, ero molto in carne, sicuramente non ero longilinea. C’era Michelle Hunziker, bellissima, che aveva un vestito molto simile al mio, tutto aperto sul davanti. Hanno quindi fatto un meme dove da una parte si vedeva lei, con la scritta ‘quando lo ordini su Wish’, e dall’altra c’era io, con la didascalia ‘quando ti arriva a casa’. Devo dire che mi sono sentita ferita, perché innanzitutto mi sono sentita messa in discussione proprio come donna, come essere umano”.



In quell’atto di body shaming subìto, Noemi forse per la prima volta ha visto “tutta la mia sofferenza. Ci sono persone che sono abbondanti, ma tu vedi che quella abbondanza appartiene loro, è serenità ed è una roba bella. Io, invece, ho percepito per la prima volta il mio malessere, il fatto che in realtà ero dove non volevo essere, rappresentavo quello che non volevo rappresentare e questo mi ha ferito tanto. Mi sono fatta un pianto quella sera… Uno di quei pianti che partono dallo stomaco. Avevo mia sorella vicino che cercava in qualche modo di aiutarmi, ma non mi poteva aiutare, mi potevo aiutare solo io”.