C’è soddisfazione nella famiglia di Noemi Durini per la conferma della condanna a 18 anni e otto mesi per Lucio Marzo. «Benissimo, giustizia doveva essere fatta. Ci siamo visti pochissimo con il suo assassino Lucio Marzo, io sempre a testa alta», ha dichiarato la mamma della vittima. Per lei però non è ancora finita: «Per me mancano ancora dei pezzi». In collegamento con “La Vita in Diretta”, il padre di Noemi Durini ha ringraziato il programma: «Avete partecipato anche voi a dare un contributo alla sentenza per questo assassino». Poi ha spiegato che il suo primo pensiero è andato alla figlia Noemi: «Ho preferito stare da solo, con il mio dolore». A chi gli chiede se siano pochi 18 anni e otto mesi di carcere, il padre di Noemi replica: «Io dico che nella sfortuna sono stato fortunato visto che c’è gente che dopo 3 anni sta già in giro». Ma, come dicevamo, non è finita. «Faremo di tutto per cercare di capire chi ha aiutato Lucio in questo efferato diritto», ha dichiarato l’avvocato della famiglia della vittima. Invece l’avvocato di Lucio Marzo ha descritto la reazione del suo assistito alla sentenza: «L’ha presa male, è rimasto un po’ di sasso». (agg. di Silvana Palazzo e Davide Giancristofaro)
OMICIDIO NOEMI DURINI, LUCIO MARZO CONDANNATO A 18 ANNI E 8 MESI
Omicidio Noemi Durini: è giunta nel primo pomeriggio di oggi l’attesa sentenza a carico di Lucio Marzo, il giovane ex fidanzato della 16enne di Specchia, in provincia di Lecce, accusato di aver ucciso e poi occultato il suo corpo sotto un cumulo di pietre. Il cadavere della ragazza fu trovato nelle campagne di Castrignano del Capo dieci giorno dopo la sua sparizione. L’omicidio di Noemi Durini – il cui caso sarà affrontato questa sera in diretta nel corso della trasmissione Quarto Grado -, si consumò il 3 settembre 2017 e all’epoca dei fatti Lucio era ancora minorenne. I giudici della Corte d’Appello hanno confermato la condanna giunta in primo grado e pari a 18 anni e 8 mesi di reclusione. Al momento della lettura della sentenza – inizialmente attesa in serata – era presente in aula anche Lucio, portato a Lecce dal carcere di Quartuccio, in Sardegna, dove è detenuto. Nei primi due gradi di giudizio, dunque, il giovane è stato ritenuto l’assassino dell’ex fidanzata Noemi Durini. Come ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno online, è ancora in corso da parte della procura di Lecce l’indagine relativa all’accertamento di un presunto coinvolgimento di ulteriori soggetti nella fase di favoreggiamento. I sospetti dei genitori di Noemi, infatti, è che proprio la madre ed il padre di Lucio – questi ultimi assenti in aula – possano aver avuto un ruolo nello svolgimento dei fatti legati alla fase successiva del delitto.
OMICIDIO NOEMI DURINI, LA SENTENZA DI APPELLO
La madre di Noemi Durini, la signora Imma Rizzo, ha commentato a caldo la sentenza d’Appello con la quale è stata confermata la pena a 18 anni e 8 mesi a carico di Lucio Marzo, ex fidanzatino della 16enne. “Non sarò mai contenta ma posso ritenermi soddisfatta”, ha commentato. Riferendosi proprio al ragazzo, la donna ha ammesso di aver incrociato i suoi occhi in aula “ma lui ha abbassato subito lo sguardo”. Imma, come riferisce La Gazzetta del Mezzogiorno, ha poi voluto precisare che la loro battaglia giudiziaria non terminerà certamente con la nuova condanna in secondo grado poichè “ci sono tanti lati oscuri in questa vicenda che devono essere chiariti”. Quindi ha espresso la sua totale fiducia nella magistratura “che sta lavorando molto bene”. Il riferimento è all’indagine parallela per presunto favoreggiamento. Alla vigilia del nuovo e decisivo appuntamento in aula, la madre di Noemi Durini si era detta fiduciosa di una riconferma della condanna a carico del 19enne Lucio Marzo, aggiungendo ai cronisti: “Se li deve fare tutti, e in galera, perché Lucio è capacissimo di intendere e volere. Non basterebbe una vita per quello che ha fatto a mia figlia”. E sulla possibilità di un presunto perdono aveva proseguito: “Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto. Mi ha tolto un pezzo di cuore e a mia figlia ha tolto il bene più prezioso, la vita”.