Imma Rizzo, mamma di Noemi Durini, non ci sta. Il permesso premio concesso a Lucio Marzo, assassino della figlia 17enne, ha mostrato la vera natura del ragazzo, che è stato trovato alla guida ubriaco e ha tentato di fuggire. Una scelta insensata, secondo la donna, quella di permettere al giovane di lavorare fuori dal carcere: “Sono molto arrabbiata. È uscito dopo nemmeno sei anni, non hanno aspettato nemmeno un terzo della pena. Lo hanno fatto come se nulla fosse, come se non avesse tolto la vita a Noemi. È assurdo, non si ha rispetto per mia figlia che non c’è più”, dichiara a Morning News.



La donna ne è convinta: “Per me lui non si è mai reso conto di ciò che ha fatto. Se gli hanno concesso questa libertà, questo permesso premio, che è proprio vomitevole, è perché non lo ha fatto. In questa sua uscita si è confermato per quello che è. Una persona che non può stare in una società di persone per bene. Ha tentato di fuggire ed era positivo all’alcol test”.



Imma Rizzo: “Lucio Marzo è un assassino”

La mamma di Noemi Durini non ha dubbi: “Tutti devono tenere il nome di Lucio Marzo a mente perché è un assassino. Quante volte lo Stato concede questi permessi premio e poi commettono nuovi crimini? Io non sono per la pena di morte perché io non sono un’assassina come loro, sono cristiana e con dei valori. Ma devono rimanere dentro, fino all’ultimo dei loro giorni devono rimanere in carcere”.

Secondo la donna, “Lucio non sarà mai in grado di capire ciò che ha fatto. Lui è stato dichiarato capace di intendere e di volere. Io me lo ricordo come un ragazzino tranquillo, normale. Aveva però atteggiamenti che non mi piacevano. La famiglia non gli ha dato un’educazione, dei valori. La famiglia non era perbene”. Emma spiega ancora a Morning News: “Ho ricevuto delle scuse da parte di lui con una lettera ridicola, non scritta evidentemente da lui ma suggerita da qualcuno. Da parte della famiglia non ho ricevuto scuse. Sono persone che io voglio tenere lontano: hanno diffamato mia figlia, che era una brava ragazza che viene da una famiglia perbene con un’educazione e dei valori. Non mi hanno chiesto scusa ma non si devono nemmeno permettere. Come si è detto sei anni fa, non esistevano faide familiari. Sono persone che conosco soltanto di vista”.