Molti di voi ricorderanno la triste storia di Noemi Durini, la 16enne uccisa il 3 settembre 2017 a Specchia, in provincia di Lecce, dal suo fidanzato Lucio Marzo, di un anno più grande di lei. La giovane scomparve e, dopo giorni di ricerche, il suo compagno confessò di averla uccisa e sepolta viva sotto alcuni massi, aggiungendo che il movente di quel barbaro femminicidio era da ricercare nei conflitti burrascosi che la sua relazione con l’adolescente aveva causato in seno alla sua famiglia.
Sulle colonne del settimanale “Giallo”, si è espressa Benedetta, la sorella 26enne di Noemi Durini: “La pena per l’assassino della nostra Noemi è stata severa, ma ci aspettavamo di più – ha commentato –. Siamo convinti di non aver avuto giustizia, anche perché crediamo che nella fase successiva all’omicidio ci siano stati dei coinvolgimenti e degli occultamenti per i quali i responsabili non sono stati puniti”. Per la cronaca, Lucio Marzo fu condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi di carcere, ma la famiglia della vittima ha nominato consulenti di parte per esaminare i reperti e dimostrare al giudice la propria tesi. Quale? Qualcuno avrebbe aiutato l’assassino a disfarsi del corpo della ragazzina.
NOEMI DURINI, LA SORELLA BENEDETTA: “SIAMO CONVINTI CHE I GENITORI DI LUCIO ABBIANO CONCORSO NELLA FASE DELL’OCCULTAMENTO DEL CADAVERE”
Secondo Benedetta, Noemi Durini è stata sì assassinata da Lucio Marzo, ma in un secondo momento il ragazzo deve avere ricevuto un supporto da parte di terzi per fare sparire il cadavere. “Siamo convinti – ha proseguito su “Giallo” la sorella della vittima – che i genitori di Lucio abbiano concorso nella fase dell’occultamento del cadavere. Quel ragazzo non avrebbe potuto fare tutto da solo: ucciderla, seppellirla ancora viva, liberarsi dell’arma del delitto e lavare la macchina. Stiamo verificando nuove prove da portare al giudice per chiedere la riapertura dell’indagine. Purtroppo la scena del crimine, all’epoca, non è stata transennata. È stato contaminato tutto. L’attenzione dei nostri consulenti si sta concentrando su un Dna maschile, non identificato, presente sopra l’indice di mia sorella, sulle tracce informatiche e sulle celle telefoniche, che non sono state prese in considerazione nel corso degli accertamenti”.
Ciò che è certo è che Noemi Durini è stata assassinata da Lucio Marzo “in maniera feroce e non si è mai pentito di quello che ha fatto. È una persona pericolosa. Lo avevamo già capito quando frequentava mia sorella, tanto che lo avevamo denunciato per violenza. Ma non siamo riusciti a evitare la tragedia”.