Noemi, nel corso dell’intervista rilasciata alla trasmissione di Rai Due “Belve”, condotta da Francesca Fagnani, ha confessato i problemi di salute (derealizzazione, ndr) che l’hanno accompagnata dal 2012, quando prese parte al Festival di Sanremo. La cantante salì sul palco del teatro “Ariston” per interpretare “Sono solo parole” e si accorse di non vedere bene e di avere la vista offuscata. Terminata l’esibizione, si tolse le lenti, mise gli occhiali, ma continuò ad accusare lo stesso problema: “Improvvisamente ho iniziato a non vederci più – ha raccontato Noemi –. Ho fatto tutto Sanremo così: salivo sul palco, vedevo Gianni Morandi, che presentava, e Rocco Papaleo lontanissimi. Mi sentivo fuori dal mio corpo, staccata dal mio corpo. Avevo una sensazione proprio come se mi avessero tolto uno spinotto e mi avessero sganciato dalla realtà condivisa”.



Poi negli anni, l’artista è arrivata a capire che quel disturbo aveva un nome scientifico, denominato “derealizzazione”: “Non pensavo che la testa potesse avere questa forza sul corpo, perché io ho sempre considerato il mio corpo forte. Per anni ho visto offuscato, come se ti mettessi degli occhiali sbagliati, fatti per uno che ci vede ancora di meno di te. Era come vedere da un binocolo, perché c’era una distanza, mi sentivo proprio un fantasma”.



NOEMI E LA DEREALIZZAZIONE: “MI SENTIVO EVAPORATA”

L’accostamento che Noemi ha fatto di se stessa a un ectoplasma non è stato affatto casuale, perché la sua derealizzazione altro non era che “un modo che la mia testa utilizzava per dirmi: ‘Guarda che tu sei un fantasma della tua vita, non hai la tua vita in mano’. Il sottotesto che c’era in quei frangenti era questa sensazione di sentirsi evaporati. Poi era brutta, era pure invalidante, perché io mi ricordo che non guidavo più”.

L’unico posto dove lentamente la derealizzazione di Noemi ha iniziato a scemare era il palco, perché “forse era il solo luogo nel quale mi sentivo almeno padrona di qualcosa”. Affrontando la malattia, la cantante si sentiva “incastrata in una dinamica legata al mio lavoro, che secondo me stava un po’ logorando quelli che erano i rapporti fondamentali, compresi quelli con la mia famiglia”.