La pallavolo per “eludere” il coronavirus: Noemi Porzio ha raccontato a Un giorno da pecora di quanto accaduto negli scorsi giorni fuori dalla zona rossa di Codogno. La giovane dell’Abo Chromavis Offanengo, capolista in serie B-1 femminile, insieme alla compagna di squadra Alice Giampietri ha deciso di andare a trovare Cecilia Nicolini, residente proprio nella città focolaio dell’emergenza Covid-19 in Lombardia. La giovane è in quarantena e le due compagne non la vedevano da due settimane: «Ci siamo chiesti come farle avere quello che per noi è un “bene di prima necessità”, ovvero una palla da volley», le parole della Porzio ai microfoni di Un giorno da pecora. La giovane ha spiegato che non conoscevano i confini della zona rossa e hanno deciso di mettersi in macchina: giunte poco lontano da Codogno, sono state fermate da una camionetta dell’esercito…



NOEMI PORZIO, IL CORONAVIRUS E LA PALLAVOLO

Noemi Porzio ha raccontato che sul posto è giunta la compagna Cecilia, che è dovuta rimanere all’interno della zona rossa, poco dietro la camionetta dell’esercito. «Con lei il contatto, l’abbraccio, non era possibile. Allora abbiamo deciso di fare una cosa», ovvero giocare a pallavolo: «Ci siamo messe a palleggiare, lei dietro la camionetta e all’interno della zona off-limits, e noi dalla parte opposta, fuori. Insomma, abbiamo usato quasi la camionetta come fosse una rete. I militari sono stati molto comprensivi a permettercelo, hanno capito la situazione». Nell’intervista a Un giorno da pecora ha poi aggiunto: «Le abbiamo lasciato la palla ed era contentissima, le mancava molto giocare, anche perché sta benissimo, non ha nessun sintomo, sta bene ma è obbligata a stare isolata».

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