Noi non siamo angeli va in onda su Rete 4 oggi, 19 dicembre 2020, con inizio a partire dalle ore 16.40. Negli anni ’70 esisteva una coppia inossidabile e amatissima nel mondo del cinema italiano: Bud Spencer e Terence Hill. Negli stessi anni un’altra coppia cercava di emulare il biondo e carino e il grosso e bonaccione nello stesso modo dei più celebri attori ed era formata da Paul L. Smith e Michael Coby. Non saranno gli stessi ma Rete 4 vuole ricordarceli proponendo un film con una coppia formata proprio da questo duo di attori che alla fine sono simpatici surrogati di Carlo Pedersoli e Massimo Girotti. In questo i parallelismi sono evidenti e la produzione Flaminia Produzioni Cinematografiche destinò al regista specializzato in Western Gianfranco Parolini la regia del film. Parolini era attivo già dagli anni ’60 con titoli come ‘Anno 79 – La distruzione di Ercolano’ o ‘I dieci gladiatori’, ‘La sfida viene da Bangkok’, ma solo negli anni successivi incontra il successo dirigendo sceneggiature ambientate nel filone Spaghetti Western.



Trionferà quindi con ‘…Se incontri Sartana prega per la tua morte, ‘…Se incontri Sartana prega per la tua morte’ o ‘È tornato Sabata… hai chiuso un’altra volta!’. In ‘Noi non siamo angeli’ quindi Paul L. Smith e Michael Coby sono i protagonisti e se il primo, grosso e bonaccione, con la barba, simile sino in fondo a Bud Spencer, ebbe una discreta carriera in America con titoli come ‘Luna di miele stregata (Haunted Honeymoon)’ diretto da Gene Wilder o ‘I due criminali più pazzi del mondo (Crimewave)’ di Sam Raimi, Michael Coby, nickname dietro il quale si nasconde l’attore italiano Antonio Cantafora, rimase più relegato al cinema nostrano. Da ricordare la sua presenza in ‘Gli orrori del castello di Norimberga’ diretto da Mario Bava, quindi un horror classico degli anni ’70, ‘Carambola, filotto… tutti in buca’ di nuovo nelle praterie del West italico oppure, di nuovo negli horror, a fine carriera ‘Il cartaio’ diretto da Dario Argento.



Noi non siamo angeli, la trama del film

Diamo uno sguardo alla trama di Noi non siamo angeli. Raphael è grande e grosso, un bonario meccanico che in passato boxava di fino e che ha un fratello, Angel, con il quale ha rapporti alterni. In zona, siamo nel West nel quale il ‘cavallo a vapore’, alias, il treno, sta per imporre la sua presenza da est a ovest, c’è la possibilità di generare un servizio di diligenze che porti le persone, la posta, le derrate alimentari, verso la stazione ferroviaria di Highfalls City. Per questo motivo Angel, con l’astuzia, convince il fratello a partecipare ad una competizione per aggiudicarsi, in caso di vittoria, la possibilità di divenire coloro che si possano occupare del progetto. Tutto potrebbe filare liscio se non fosse per la presenza degli sgherri di Mr Shark che, con arroganza e sabotaggi, potrebbero causare molti guai ai fratelli, i quali, scaltro Angel, grosso e dal pugno pesante Raphael, non lasceranno il campo tanto facilmente. Il problema è che Angel, una volta vinto il concorso, lascerà tutto alla bella Evelyn della quale è innamorato, cosa che tiene ben nascosta al fratellone, che nel momento della scoperta non sarà così felice di conoscere tutti i retroscena. Cazzotti in famiglia?

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