Beppe Carletti è un tastierista italiano, cofondatore del gruppo musicale Nomadi assieme allo storico cantante Augusto Daolio.
L’artista ha rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale ha presentato il 38esimo album in studio della band “Cartoline da qui” e ha raccontato della sua vita.
Beppe Carletti: “Mi sarebbe piaciuto un riconoscimento alla carriera”
A Beppe Carletti, nell’intervista al Fatto Quotidiano, è stata chiesta la motivazione, secondo il suo parere, per cui i Nomadi non sono andati al Festival di Sanremo per festeggiare i 60 anni di carriera: “Non si può piacere a tutti e non me ne sono fatto una malattia. In fondo a Sanremo ci siamo andati due volte come ospiti. Mi sarebbe piaciuto un riconoscimento alla carriera, senza nulla togliere a Peppino Di Capri”. L’artista ha sottolineato di far parte di un gruppo che ha portato avanti una storia, convinto che il pubblico avrebbe apprezzato un di vederli sul palco dell’Ariston per un riconoscimento. Sorridendo ha affermato: “Abbiamo tempra, non so però se riusciremo ad arrivare a 80 anni di carriera”.
Carletti ha sottolineato che, con il suo gruppo, ha effettuato una bella gavetta e ha voluto trasmettere un messaggio ai giovani che avrebbero intenzione di percorrere il loro stesso tipo di percorso: “Non pensate subito al successo perché rimarrete delusi. Abbiate cura invece di proteggere e portare avanti chi siete veramente. Se tutti vivessimo di una nostra passione, saremmo tutti felici”.
Beppe Carletti su Ligabue: “Aveva scritto un pezzo per noi”
Nel nuovo album dal titolo “Cartoline da qui” dei Nomadi, vi sono dei contributi di Ligabue. Sul rapporto con l’artista, Beppe Carletti ha raccontato di conoscerlo da tanto tempo: “Aveva scritto un pezzo per noi e con il suo manager un giorno ci ha portato la musicassetta col brano”. Ma, dopo averlo ascoltato, Carletti ha raccontato che gli hanno detto che non reputavano fosse adatto per loro. Poi, si sono rivisti al Campovolo di Ligabue nel 2012 e un amico in comune ha contattato il gruppo per dire che Luciano aveva un’altra canzone per loro: “L’abbiamo ascoltata in studio con Ligabue e ci siamo commossi perché è proprio la nostra storia, un brano dedicato ad Augusto”.
Nella lunga intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Carletti ha raccontato della sua adolescenza, rivelando: “Non mi fermavo mai perché, come tanti miei coetanei, andavo a lavorare in fabbrica”. Poi, però, l’artista si è accorto di non potercela fare e quando ha avvisato la madre delle sue condizioni: “per tutta risposta mi ha mandato a scaricare legna dal camion”. L’insegnamento di vita era che bisognava lavorare perché nessuno regala niente e, ad oggi, Carletti ha affermato che in questi 60 anni di carriera è stato così.