Alcuni ricercatori hanno chiesto una revisione del sistema di nomi affidati ai dinosauri, a 200 anni dall’assegnazione del primo nome, il Megalosaurus. L’idea, come si legge su Nature, è l’introduzione di un sistema che garantirebbe dei nomi più inclusivi e rappresentativi. A differenza di altre discipline scientifiche, dove vi sono regole rigide, gli zoologi hanno maggiore liberà nel denominare le nuove specie, di conseguenza uno scienziato o un gruppo può optare per un nome senza troppe restrizioni. Le linee guida della Commissione internazionale sulla nomenclatura zoologica (ICZN), stabiliscono che il nome sia univoco, che sia annunciato in una pubblicazione e che, nel caso dei dinosauri, sia legato ad un unico esemplare.
Emma Dunne, paleobiologa dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga, in Germania, hanno cercato di capire come è cambiata la denominazione dei dinosauri negli ultimi 200 anni, analizzando i nomi di tutti i fossili di dinosauri dall’era mesozoica. Gli autori hanno cercato in particolare di scoprire se vi siano problemi legati a “razzismo e sessismo”, oppure se gli stessi nomi siano stati “nominati in contesti (neo)coloniali o in onore di figure controverse”.
NOMI DINOSAURI DA RIVEDERE: “89 SONO POTENZIALMENTE OFFENSIVI”
Hanno quindi trovato 89 nomi potenzialmente offensivi, meno del 3 per cento dei dinosauri esaminati. Alcuni dei nomi sotto la lente di ingrandimento derivavano da nomi coloniali delle terre in cui sono state scoperte le specie, come ad esempio quelli scoperti fra il 1908 e il 1920 da alcuni esploratori tedeschi in Tanzania a cui vennero assegnati appunto dei nomi della Germania. “Il problema in termini di numeri è davvero insignificante. Ma è significativo in termini di importanza”, le parole di Evangelos Vlachos, coautore dell’articolo di Dunne e paleontologo presso il Museo di Paleontologia Egidio Feruglio a Trelew, Chubut, Argentina.
“Non stiamo dicendo che bisogna cambiare tutto. Ma dobbiamo rivedere criticamente ciò che abbiamo fatto, vedere cosa abbiamo fatto bene e cosa non abbiamo fatto bene, e cercare di correggerlo in futuro”. Altra cosa che ha fatto storcere il naso ai ricercatori, il fatto che gli eponomi erano all’87% maschile. L’ICZN si dice fortemente contraria al cambiare i nomi dei dinosauri, così come spiegato dal presidente Thomas Pape, puntando sulla stabilità.