Arrivano nuovi aggiornamenti sul caso nomine Asl Lazio. Come riportato dai colleghi del Corriere della Sera, il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore alla sanità Alessio D’Amato figurano tra gli indagati: l’ipotesi è di abuso d’ufficio, falsità commessa da pubblico ufficiale e rifiuto d’atti d’ufficio. Oltre a loro, presenti altri sette indagati tra cui il segretario della giunta Andrea Tardiola e l’ex responsabile della direzione della Salute regionale Renato Botti.
Ricordiamo che il caso nomine Asl Lazio risale al 2019 e accende i riflettori su alcune nomine nei posti chiave della sanità romana. Tutto è partito nell’agosto del 2019, quando Antonio Aurigemma di FdI presentò un’interrogazione per chiedere delucidazioni sulla nomina di un noto professionista a dirigente di una Asl, considerando l’ipotesi che non avesse i requisiti richiesti dalla legge.
Nomine Asl Lazio, indagati Zingaretti e assessore D’Amato
Il Corriere della Sera ricorda che gli altri indagati del caso nomine Asl Lazio sono Flori Degrassi (direttore della Asl Roma 2), Giovanna Liotta (dirigente del policlinico Umberto I), Paola Passon (dirigente amministrativo del Policlinico all’ufficio risorse economiche), Vincenzo Panella (direttore generale dell’Umberto I) e Giuliana Bensa (direttrice amministrativa del Policlinico fino alla scorsa estate dopo essere stata nominata).
Replicando all’interrogazione di D’Amato, l’assessore D’Amato evidenziò che «il provvedimento nasce non con lo scopo di sanare questioni che avevano dubbia legittimità, ma nasce perché la Regione Lazio era priva del bando per i direttori amministrativi e sanitari e il decreto n. 171 prevede che in quel caso si deve attingere da bandi di altre Regioni».