IL “CAMBIO DI PASSO” CHIESTO DALLA LEGA SU NOMINE ENI ED ENEL

Per il momento sono solo “fonti” però dalla Lega qualcosa inizia a muoversi per il giro di vite richiesto dal Governo Meloni nel prossimo valzer” di nomine attese in Primavera: Eni, Enel, Terna, ma anche Inps, Fs, Rai e tanto altro ancora. Sono infatti 135 le società a controllo pubblico i cui organi e Cda dovranno essere rinnovati tra 2023 e 2024: in una nota emersa ieri da fonti qualificate della Lega presso l’ANSA, la richiesta fatta a Palazzo Chigi è netta. «L’Italia deve mostrarsi all’altezza delle sfide più delicate, a partire dalla politica energetica su cui il governo è particolarmente attento. È bene sottolineare che anche le grandi aziende di Stato come Eni ed Enel devono cambiare profondamente le loro politiche e il loro approccio alla modernità. Serve un cambio di passo», si legge nella nota che ha riacceso all’improvviso i riflettori sui prossimi vertici di Eni, Enel & Co.



Come nota “Dagospia”, la mossa di Salvini non sarebbe tanto quella di voler cambiare i vari Descalzi (Eni) e Starace (Enel) dalla guida fino ad oggi complessa ma positiva delle partecipate: si tratta semmai di un avviso della Lega alla Premier Meloni per chiedere di far parte attivamente al tavolo delle nomine. Dato per scontato che la Presidente del Consiglio non voglia privarsi dell’uomo forte di Eni negli anni chiave per la crisi energetica e il “Piano Mattei” appena lanciato per l’Africa, l’obiettivo effettivo della Lega potrebbe essere un nome nuovo su Enel o su altre importanti partecipate.



ENI, ENEL E RAI: TUTTE LE NOMNE IN “LIZZA”

Secondo però quanto spiegato dalle stesse fonti Lega all’ANSA, il tema non è poi indicare in primis dei “nomi” ma soprattutto certificare un “metodo” per lo spoyls system atteso nei prossimi mesi-chiave. Dopo le fortissime critiche alzate dalla Lega per lo show del Festival di Sanremo – con tanto di esposto all’AGCOM presentato – l’intento del Carroccio è quello di spostare il “metodo Draghi” dalle prossime mosse della Premier Meloni: non servono decisioni prese dall’alto senza coinvolgere i propri partner. Fino ad ora anche i primi mesi di Governo hanno certificato una generale condivisione dei temi chiave e su questa scia la Lega vorrebbe proseguire anche sul tema delicate delle nomine.



I direttori dei Tg e la direzione generale della Rai – a rischio Maggioni, Coletta e Fuortes – ma anche il cda allargato dell’ENI (tenendo Descalzi come punto forte da confermare) così come il possibile cambio al vertice di Enel tra Starace e Stefano Donnarumma: tante le voci attorno al prossimo valzer di nomine, poche finora ad ora le conferme e le posizioni nette dei vari partiti. Occhi e riflettori puntati su Palazzo Chigi e sul MEF, dove siede – occorre sempre ricordarlo – il n.2 della Lega, Giancarlo Giorgetti. Da Forza Italia nel frattempo, con Maurizio Gasparri, il commento alle nomine inizia a farsi pressante: «Il governo di centrodestra saprà gestire con equilibrio e saggezza la stagione delle nomine. Del resto, sin qui, il governo Meloni ha dimostrato di muoversi rispettando le competenze – dice il vicepresidente del Senato – Ci sono stati, in alcuni casi, dei ricambi e, in altri, conferme. Niente machete ma scelte attente e oculate. Quindi, anche in grandi gruppi, alcuni potranno essere confermati e altri potranno cedere il posto a persone che potranno ottenere risultati ancora migliori». È poi lo stesso azzurro però a concludere come «Abbiamo visto persone che avevano alle spalle stagioni disastrose alla guida di banche o che avevano frequentato i gazebo delle primarie della sinistra, mantenere le proprie adorate e ricchissime poltrone. Oppure abbiamo visto in altri gruppi, vedi l’Eni, approdare direttamente dal Parlamento dirigenti e parlamentari del Pd. Vicende veramente criticabili. Come nella Rai, dove assistiamo anche ai programmi a favore della malaria e contro le bonifiche. Che altro dovremmo vedere? Si lasci il governo fare le scelte che gli competono, rispettando qualità e meriti, ma senza epurazioni e senza immobilismi. Altrimenti la sinistra dovrebbe continuare a governare a vita pur perdendo le elezioni?».